Ultimi articoli

È bastato un anno all’autorevole «The Economist» per mutare bruscamente il proprio giudizio sull’Italia, un tempo fanalino di coda, oggi piccola locomotiva europea. Tra depressioni e facili entusiasmi, come stanno le cose?

Dopo la crisi del 2008, si è avviata una fase di riurbanizzazione che, se opportunamente governata, potrebbe avere ricadute positive sulle disuguaglianze generate da decenni di caotica diffusione residenziale

Nel 2021 la nostra rivista ha compiuto 70 anni. Ripassare da dove veniamo è stata un’occasione per chiedersi dove stiamo andando. Oggi come nel 1951, al centro del nostro lavoro, ci sono i lettori

Il dibattito pubblico torna, ciclicamente, a criticare il Reddito di cittadinanza. Eppure, la retorica del lazy poor viene smentita dalle sperimentazioni degli ultimi decenni in diversi Paesi 

Un’intervista a Grigorij Javlinskij, autore di un piano di riforme che avrebbe dovuto portare l’Unione Sovietica nel mondo delle economie di mercato. Con uno sguardo al passato, a trent’anni di distanza, e al presente 

La lunga transizione non si è ancora conclusa, vecchi problemi rimangono irrisolti nello spazio ex sovietico e nuove nubi si addensano sul complesso scenario dei rapporti internazionali

Si può pretendere che i giganti digitali riconoscano che una parte del loro valore di capitalizzazione è di proprietà degli utenti? Se sì, occorre un meccanismo fiscale adeguato: non per tassare i profitti, ma la rendita prima dei profitti

La nuova polemica sul ruolo dell’Antitrust sembra ignorare l’impatto che le grandi società della distribuzione digitalizzata hanno sui nostri modelli sociali. Ma conviene ragionare solo in termini di mercato?

La riduzione dell'Iva dal 22 al 10% degli assorbenti è solo il primo passo verso il loro riconoscimento come beni di prima necessità, e non di lusso

7 dicembre 1941: alla prime luci dell'alba il Giappone attacca gli Stati Uniti nella base navale di Pearl Harbor causando l'entrata in guerra degli Stati Uniti e un forte sentimento di odio verso i giapponesi

Visto da qui, Francesco appare la guida globalmente più capace di chiamare le cose per nome: gli auspici di pace, di unità, di superamento delle grandi disuguaglianze di oggi ne sono solo l’ennesima prova

Possiamo assumere una prospettiva per cui la libertà di espressione è intoccabile. Oppure possiamo assumerne una utilitaristica per cui dobbiamo, di volta in volta, considerare le possibili conseguenze di uno scritto e del suo uso

La produzione letteraria di giovani afrodiscendenti o con origini migranti sta contribuendo a decolonizzare e rivitalizzare la narrativa in lingua italiana, proponendo una riflessione del tutto inedita

Decenni di politicizzazione esasperata hanno fatto delle migrazioni un tema tossico: ma un Paese in crisi demografica che ambisce a una ripresa durevole non può permettersi l’abbandono delle politiche migratorie