Televisione

Le inchieste surreali del programma di Valerio Lundini funzionano, e fanno sorridere, perché giocano abilmente con il linguaggio, portandolo fino alle sue estreme conseguenze

Dal 3 gennaio 1954, la televisione prova, e spesso riesce, a parlare a tutti. E per questo è stata ed è ancora uno strumento per aiutarci a costruire una relazione con quello che ci è distante

Il valore di C’è ancora domani sta nelle parole che ognuno ha usato per renderlo proprio o per condividerlo con altri, con frasi fatte che contengono argomenti significativi. Eccone dieci

Quello che per molti è l'assalto alla Rai potrebbe diventare, insieme alla fine dell'era Berlusconi, la fine del duopolio. Con molte incognite per le sorti della radiotelevisione pubblica

La televisione privata si è fatta maggiorenne, adulta, anziana persino, sempre con Berlusconi. La cui più grande forza è stata il saper fare. O forse il saper far sembrare

Fiction e film ambientati a Napoli, nelle sue vie, nei suoi tanti guai, nelle sue contraddizioni. E forse non è un caso. L'ultimo prodotto «napoletano», Mixed by Erry, merita una visione attenta

In poco più di un decennio il mercato pubblicitario è stato stravolto. Ma la pubblicità è la fonte primaria di finanziamento del sistema dei media: e dunque anch’esso subisce ripercussioni

Quest’anno, in occasione dei settant’anni della nascita, due documentari celebrano la figura di Troisi. Un’occasione per tornare a riflettere sulla rilevanza della sua figura, molto al di là degli stereotipi della napoletanità

È giunto il periodo dell’anno in cui gli italiani per cinque giorni parlano solo di Sanremo. Come se tutti fossimo più o meno seriamente impegnati in un gigantesco karaoke

Quanto e come viene raccontata dai media italiani la crisi climatica? Che spazio viene dato agli esperti veri e quanto invece ai negazionisti che portano resistenze al cambiamento più che idee? Alcuni dati

La Rai presenta diversi problemi: il suo futuro è in mano al nuovo governo, con cui però le questioni dell’annoso conflitto d’interessi e dell’assetto delle reti torneranno centrali

Una volta erano i ricettari, adesso i programmi televisivi: per costruire l’identità culinaria dei popoli si passa dalla spettacolarizzazione del cibo. Così è cambiato il modo di mangiare e bere a livello globale

Ha fatto della semplicità e della chiarezza la sua cifra distintiva. Tenendo ben presente un’idea di cittadinanza democratica dove la vera sfida sta nel non escludere, nel (provare a) tenere insieme tutti

Quando i codici e le finalità comunicative si confondono troppo, la qualità del dibattito pubblico ne risente negativamente. Specialmente in un’epoca di fake news e populismi demagogici

Le responsabilità dei media generalisti, a cominciare dalla televisione, sul predominio del dibattito binario risalgano almeno agli anni Ottanta. Ora si vorrebbe correre ai ripari, ma i danni portati al dibattito pubblico restano intatti

Oggi c’è chi storce il naso di fronte a papa Bergoglio che si racconta al pubblico, di fedeli e non, in diretta tv. Eppure già nel 1898 un operatore entrò nei giardini vaticani per imprimere su pellicola la figura di Leone XIII immerso nella sua quotidianità

Che cosa racconta una puntata di uno dei principali spazi di inchiesta della nostra televisione? Sino a che punto lo spazio pubblico potrà ancora reggere la prevalenza delle prese di posizione sull’articolazione delle differenze?

Una dimensione comune nei film di Venezia 78, di là dai temi e dalle provenienze geografiche, è il rilancio fortissimo della radicalità del Cinema, un’alterità verso il presente che ha di fatto un valore politico

Lo stato emergenziale del cinema in streaming si è trasformato nella norma: il riassesto del sistema distributivo del cinema pandemico e le previsioni su chi sopravvivrà nel reale, non nel virtuale