Regno Unito

L’interpretazione corrente di un grande successo laburista e di una tenuta ferrea del fronte repubblicano francese non regge a una analisi più attenta dei dati

Il Regno Unito dà un profondo segnale di cambiamento rispetto allo scenario europeo. Ma la vittoria di Starmer è un risultato fragile, frutto di consensi piuttosto eterogenei

È dal confronto con i fatti, con le evidenze, con le prove, che il nostro modo di vedere il mondo può cambiare, anche uscendone rafforzato. Ridurre al silenzio Julian Assange negherebbe tutto questo

La morte della regina Elisabetta sembrava avere fermato il tempo dei britannici. Oggi è stata la volta dell'incoronazione del figlio. Per una espatriata italiana, un'occasione per riflettere sulla monarchia e sulla sua attualità

La crisi dei conservatori inglesi viene da lontano. E non pesa soltanto sul partito che ha fallito clamorosamente anche con Liz Truss e che ora si affida a un nuovo Primo ministro. Pesa su tutto il Paese

La partecipazione della base dei partiti nella selezione dei candidati è stata scarsissima o quasi, e il tema non è percepito come rilevante. Ma non è così ovunque, come dimostra il caso del Labour Party nel Regno Unito

Che fine ha fatto la stabilità garantita dal modello Westminster? Tra scioperi, liquami e crisi dei prezzi, il futuro del Regno Unito appare più che mai incerto

A due anni dal 31 gennaio 2020, giorno che segna l’uscita ufficiale della Gran Bretagna dall’Ue, quali somme possiamo tirare? La Brexit è stata una panacea o uno specchietto per le allodole?

L'edilizia abitativa britannica versa in uno stato disastroso: non solo i prezzi di vendita e affitto delle case sono insostenibili per gran parte della popolazione, ma la qualità degli appartamenti, soprattutto a Londra, è tale da far temere per la salute

Finita l’era socialista del vecchio Corbyn, il Labour nelle mani di Keir Starmer appare profondamente diviso. Tanto da non impensierire affatto il primato dei conservatori, nonostante il pessimo momento che il Paese sta attraversando

Londra è un laboratorio unico e fragile, dove sperimentare una forma di cittadinanza europea e postnazionale aperta alla diversità e all’alterità, una forma di «europolitanismo» orfano del progetto europeo

La saga della Brexit dura da cinque anni, ma le spinte indipendentiste del Regno Unito già stavano nelle reazioni alla nascita dell’Unione europea come progetto politico e nella fase preparatoria del Trattato di Maastricht, nel 1990-1991

La pandemia degli altri / 25

Qualche riflessione su Sir Keir Starmer, diciannovesimo leader del partito laburista britannico, e sul laburismo senza il «corbynismo»

La pandemia degli altri / 13

La partita è ancora lunga e Johnson sa che un giorno potrebbe ritrovarsi ad aver portato fuori dall’Europa solo i due territori che votarono per la Brexit nel 2016, Inghilterra e Galles

Nel partito laburista è cominciata la notte dei lunghi coltelli, nella quale i nemici di Corbyn cercheranno di fare tabula rasa di quello che è stato definito il «corbynismo», come se quattro anni all'opposizione facessero la storia

In Scozia i nazionalisti di Sturgeon hanno conquistato 48 dei 59 seggi disponibili: naturale, quindi, che ella abbia subito telefonato a Johnson, chiedendo l’autorizzazione per un secondo referendum sull’indipendenza

La Brexit si configura come un confronto sia radicalizzato, perché entrambi i principali partiti politici sono stati «catturati» dai loro elementi più estremi, che alterato, perché distorto dalla comunicazione

Boris Johnson è entrato nell’agone politico come un elefante in una cristalleria e non timoroso di una possibile hard Brexit con le note conseguenze catastrofiche per il Regno Unito

La crisi britannica aperta ormai tre anni fa dal referendum sulla Brexit si è trasformata in una crisi istituzionale e democratica

Le similitudini tra la resistibile ascesa di Johnson e quella di Trump sono lo specchio delle traiettorie prese da repubblicani e conservatori: due partiti tradizionali e storici baluardi dell’establishment

I risultati di queste elezioni europee confermano un quadro politico in transizione, dove molteplici opzioni politiche restano possibili. Il vecchio modello Westminster «noioso» non è più riconoscibile