Domenica 6 e lunedì 7 maggio si andrà a votare in 948 comuni italiani. Un appuntamento più importante di quanto molti non avessero immaginato sino a poche settimane fa, anche per gli equilibri politici nazionali. Gli aspetti interessanti sono tanti, a cominciare dai sempre più diffusi sentimenti assimilabili all'antipolitica. Quanti elettori decideranno di non andare alle urne? Quanti si recheranno ai seggi ma solo per depositare schede bianche o nulle? Che peso avranno, soprattutto in alcuni comuni del Nord, le vicende che hanno coinvolto la Lega Nord? Molte città presentano poi peculiari motivi di interesse. Da Genova, dove le primarie del centrosinistra ancora una volta hanno scelto un candidato non di partito, a Parma, dove la città commissariata si trova tra i candidati pezzi della Giunta incriminata. Dall'Aquila, che a tre anni dal terremoto si trova a rinnovare un'amministrazione che dovrà fare i conti con l'assenza dello Stato, a Palermo, città politicamente sempre più smarrita, che ha visto alle primarie del centrosinistra uscire sconfitta Rita Borsellino.
Con questo approfondimento, alla vigilia del voto vengono presentati gli umori, i sentimenti, il clima che si respira in alcuni capuologhi di regione e di provincia, che più di altri ci sembrano significativi per cogliere il difficile momento che anche la politica locale sta attraversando, tra spinte demagogiche e rifiuto della politica, da Nord a Sud:
Como (Emilio Russo), Monza (Luciano Fasano), Alessandria (Flavio A. Ceravolo), Genova (Mauro Barberis), Verona (Maurizio Carbognin), Belluno (Francesco Jori), Piacenza (Francesco Timpano), Parma (Giorgio Triani), L'Aquila (Giorgio Paravano), Lecce (Franco Chiarello), Palermo (Claudio Riolo).
Città al voto: in attesa di conoscere la partecipazione, le conferme delle attese, le sorprese. E di valutare gli effetti, appunto, sulla politica nazionale, in uno dei momenti più delicati della sua storia recente.
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