presentazione
E adesso? È questa, inevitabilmente, la domanda del dopo-pandemia. Ora nei diversi settori le misure di intervento dovranno essere rimodulate al di là dell’emergenza. Ma riusciremo a ripensare la scuola e i nostri sistemi educativi tenendo sempre presenti le forti diseguaglianze che li segnano? Sapremo deideologizzare il nostro sistema previdenziale considerando i limiti delle risorse disponibili che rischiano di pesare sulle nuove generazioni? Sapremo rivedere un modello di sanità che ci ha illusi che la delega al privato potesse comportare un risparmio e al tempo stesso una maggiore efficienza per tutti? Così come nel corso dell’emergenza sanitaria la politica si è trovata a dover scegliere valutando le diverse opzioni, allo stesso modo nel dopo pandemia dovrà valutare se e come intraprendere le nuove strade che si aprono davanti a noi. Inclusa quella che porta verso una crescita diversa, sempre più sostenibile e sempre meno diseguale, al fine di adottare un nuovo modello di sviluppo nel più organico dei modi possibili.
Tra i tanti effetti delle nuove costrizioni cui la pandemia ci ha costretti c'è anche la riscoperta della possibilità di vivere fuori dai grandi centri urbani senza per questo dover rinunciare al proprio lavoro.
Il 3 ottobre 1990 la riunificazione delle due Germanie, divise per quasi trent'anni dal Muro di Berlino, veniva ufficializzata. Trent'anni dopo si impone una riflessione sul significato di quella cesura storica e sulle sue conseguenze, attese e disattese.
“E adesso?”, ci siamo domandati nel numero monografico del Mulino dedicato al dopo-pandemia. Una domanda che, nella situazione attuale, resta ancora senza risposte precise.
Non è certo un caso se questo numero è aperto da un ampio saggio di Carlo Trigilia dedicato allo stato di fragilità e incertezza in cui si trova il sistema politico italiano. Un saggio importante, che fa séguito ai due precedenti pubblicati sul numero 2 del 2018 e sul numero 2 del 2019.
Aperto dall'articolo di Claus Offe sull'eredità dell'Ottantanove, questo fascicolo, che inaugura la sessantanovesima annata della rivista, si segnala per gli interventi che commentano le due elezioni regionali di gennaio.