editoriale
Tra i tanti effetti delle nuove costrizioni cui la pandemia ci ha costretti c'è anche la riscoperta della possibilità di vivere fuori dai grandi centri urbani senza per questo dover rinunciare al proprio lavoro. Questa semplice e in fin dei conti banale considerazione, per quanto legata a minimi standard di tipo tecnologico, ha riaperto la discussione sulla possibilità di dare nuova vita alle terre alte. Abbandonate via via dagli uomini e dalle famiglie a favore del lavoro di fabbrica, le nostre montagne furono riscoperte come meta turistica. Oggi, anche in considerazione delle conseguenze del cambiamento climatico, devono trovare vie diverse per fornire opportunità a chi vorrebbe tornare ad abitarle. A questo tema, dai molteplici aspetti, è dedicato uno dei due fuochi tematici del numero, con diversi contributi a cominciare da quello di Giuseppe Dematteis (liberamente scaricabile). Una sezione specifica è poi per gli Stati Uniti: alla vigilia dell'insediamento del secondo presidente cattolico, sessant'anni esatti dopo John Kennedy, questo numero tenta un bilancio dei quattro anni di mandato presidenziale del repubblicano Trump, sul fronte dei rapporti con il sistema giudiziario, nell'analisi del mondo cattolico americano, con uno sguardo ai cicli storici della «nazione di immigrati». «L'altra faccia del "Make America Great Again"», come scrive Tiziano Bonazzi, emerge da queste pagine, in attesa di conoscere le prime mosse della nuova amministrazione democratica, anche sul fronte della politica estera e dei rapporti con l'Alleanza atlantica e con l'Unione europea. Il numero, aperto da un saggio di Paolo Onofri sul difficile futuro dell'economia dopo la pandemia, ospita, tra gli altri, due contributi su fronti opposti dedicati alle conseguenze del referendum che ha confermato la riforma costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari, un'intervista a Alexandra Geese sul ruolo dell'Europa per una crescita sostenibile e un articolo di Fabio Paglieri su emergenza sanitaria ed emergenza educativa.
Il 3 ottobre 1990 la riunificazione delle due Germanie, divise per quasi trent'anni dal Muro di Berlino, veniva ufficializzata. Trent'anni dopo si impone una riflessione sul significato di quella cesura storica e sulle sue conseguenze, attese e disattese.
“E adesso?”, ci siamo domandati nel numero monografico del Mulino dedicato al dopo-pandemia. Una domanda che, nella situazione attuale, resta ancora senza risposte precise.
E adesso? È questa, inevitabilmente, la domanda del dopo-pandemia. Ora nei diversi settori le misure di intervento dovranno essere rimodulate al di là dell’emergenza. Ma riusciremo a ripensare la scuola e i nostri sistemi educativi tenendo sempre presenti le forti diseguaglianze che li segnano?
Non è certo un caso se questo numero è aperto da un ampio saggio di Carlo Trigilia dedicato allo stato di fragilità e incertezza in cui si trova il sistema politico italiano. Un saggio importante, che fa séguito ai due precedenti pubblicati sul numero 2 del 2018 e sul numero 2 del 2019.
Aperto dall'articolo di Claus Offe sull'eredità dell'Ottantanove, questo fascicolo, che inaugura la sessantanovesima annata della rivista, si segnala per gli interventi che commentano le due elezioni regionali di gennaio.