editoriale
Non è certo un caso se questo numero è aperto da un ampio saggio di Carlo Trigilia dedicato allo stato di fragilità e incertezza in cui si trova il sistema politico italiano. Un saggio importante, che fa séguito ai due precedenti pubblicati sul numero 2 del 2018 e sul numero 2 del 2019. Gli argomenti richiamati in questo articolo di apertura rappresentano infatti l’inquadramento per cogliere l’importanza degli strumenti necessari a una democrazia sia nella sua vita ordinaria sia, a maggior ragione, quando accadono eventi eccezionali e del tutto inattesi. Anche la sezione di interventi dedicata al rapporto tra la grande questione del debito pubblico italiano e il tema, ampiamente sfruttato a fini di propaganda politica negli ultimi tempi, della sovranità nazionale – articoli tutti scritti prima che la pandemia irrompesse nelle nostre vite, tra cui quello di Paolo Bosi liberamente scaricabile – tocca un punto decisivo, ora più che mai. Sia rispetto alla capacità dello Stato italiano e dei suoi decisori politici ed economici di ponderare l’utilizzo delle risorse e degli investimenti con il ricorso all’indebitamento. Sia in relazione alla querelle del rapporto tra l’Italia e le istituzioni europee. La necessità di recuperare con urgenza grandi somme di denaro per fronteggiare l’emergenza ha infatti riaperto il dibattito anche su questo punto, su cui occorrerà ritornare alla luce delle decisioni che usciranno dal confronto tra i diversi Stati membri e l’Europa. Tra gli altri contributi, un cenno almeno va a quelli dedicati alla scuola e al lavoro, scritti mentre già questi due settori cruciali risultavano profondamente colpiti dal lockdown. Questioni su cui, al di là dell’emergenza, si è solo all’inizio quanto a riflessioni e possibili soluzioni per mettere in grado tutti, con il minor grado di diseguaglianza possibile, di accedere a due principi costituzionali fondamentali.
Tra i tanti effetti delle nuove costrizioni cui la pandemia ci ha costretti c'è anche la riscoperta della possibilità di vivere fuori dai grandi centri urbani senza per questo dover rinunciare al proprio lavoro.
Il 3 ottobre 1990 la riunificazione delle due Germanie, divise per quasi trent'anni dal Muro di Berlino, veniva ufficializzata. Trent'anni dopo si impone una riflessione sul significato di quella cesura storica e sulle sue conseguenze, attese e disattese.
“E adesso?”, ci siamo domandati nel numero monografico del Mulino dedicato al dopo-pandemia. Una domanda che, nella situazione attuale, resta ancora senza risposte precise.
E adesso? È questa, inevitabilmente, la domanda del dopo-pandemia. Ora nei diversi settori le misure di intervento dovranno essere rimodulate al di là dell’emergenza. Ma riusciremo a ripensare la scuola e i nostri sistemi educativi tenendo sempre presenti le forti diseguaglianze che li segnano?
Aperto dall'articolo di Claus Offe sull'eredità dell'Ottantanove, questo fascicolo, che inaugura la sessantanovesima annata della rivista, si segnala per gli interventi che commentano le due elezioni regionali di gennaio.