editoriale
Aperto dall'articolo di Claus Offe sull'eredità dell'Ottantanove, questo fascicolo, che inaugura la sessantanovesima annata della rivista, si segnala per gli interventi che commentano le due elezioni regionali di gennaio. La rubrica “il caso italiano” include, tra gli altri, un articolo che inquadra la misura del reddito di cittadinanza al di fuori degli scontri ideologici e uno dedicato alle valutazioni della scuola italiana in chiave comparata. La sezione monografica del numero è dedicata ai divari che segnano centro e periferie del territorio italiano e alle misure possibili per contrastarli, con particolare riguardo per il ruolo delle città. Come ridare centralità ai luoghi abbandonati? Come evitare che alle difficoltà (e ai disastri) naturali si continuino a sommare i danni causati dall’uomo? Tra gli altri contributi, si segnalano l’intervista alla storica Victoria De Grazia, il profilo di Renzo De Felice, la ricostruzione della drammatica vicenda dei cosiddetti “bambini dimenticati”, figli dell’emigrazione italiana svizzera costretti a vivere nascosti tra gli anni Cinquanta e i primi anni Ottanta. Infine, nella rubrica “a scuola”, va segnalato un articolo che dà conto del lavoro prezioso messo in atto a Napoli per contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa.
Tra i tanti effetti delle nuove costrizioni cui la pandemia ci ha costretti c'è anche la riscoperta della possibilità di vivere fuori dai grandi centri urbani senza per questo dover rinunciare al proprio lavoro.
Il 3 ottobre 1990 la riunificazione delle due Germanie, divise per quasi trent'anni dal Muro di Berlino, veniva ufficializzata. Trent'anni dopo si impone una riflessione sul significato di quella cesura storica e sulle sue conseguenze, attese e disattese.
“E adesso?”, ci siamo domandati nel numero monografico del Mulino dedicato al dopo-pandemia. Una domanda che, nella situazione attuale, resta ancora senza risposte precise.
E adesso? È questa, inevitabilmente, la domanda del dopo-pandemia. Ora nei diversi settori le misure di intervento dovranno essere rimodulate al di là dell’emergenza. Ma riusciremo a ripensare la scuola e i nostri sistemi educativi tenendo sempre presenti le forti diseguaglianze che li segnano?
Non è certo un caso se questo numero è aperto da un ampio saggio di Carlo Trigilia dedicato allo stato di fragilità e incertezza in cui si trova il sistema politico italiano. Un saggio importante, che fa séguito ai due precedenti pubblicati sul numero 2 del 2018 e sul numero 2 del 2019.