A novembre del 2015, nel mezzo dell’autunno difficile dei profughi, Herta Müller riceve a Colonia il premio Heinrich Böll e dedica un passaggio del suo discorso alla destra islamofoba di Pegida che sta occupando le piazze tedesche, soprattutto nei Länder della vecchia Germania Est. «Quando parole come “stampa bugiarda” e “traditori del popolo” vanno a spasso abbastanza a lungo, può capitare che vada a spasso anche un coltello», sostiene. Ma il premio Nobel per la letteratura sta mettendo in guardia i tedeschi da qualcosa che è già avvenuto. La recrudescenza xenofoba e razzista, anche oltre le piazze di Pegida e i presunti «cittadini preoccupati» di Dresda che sfilano con le ghigliottine e le forche di cartapesta dedicate ad Angela Merkel, si è già materializzata. Gli assalti ai centri di accoglienza per i profughi e le aggressioni xenofobe si sono moltiplicate. Nel 2015 la polizia è costretta a registrare 22.960 episodi di violenza che hanno una matrice di estrema destra: è un aumento del 34,9% rispetto all’anno precedente. E nei dodici mesi del record di arrivi, degli 890.000 richiedenti asilo in fuga dalla guerra civile in Siria, dall’Isis in Iraq o dai talebani in Afghanistan, gli assalti ai centri di accoglienza si sono quintuplicati, arrivando a 1.031, rispetto ai 199 del 2014.

Alla luce di un aumento degli attacchi xenofobi che è proseguito anche nel 2016 ed è andato di pari passo con il riflesso politico più evidente della retorica anti-profughi, la «resistibile ascesa» della destra populista dell’AfD in cinque elezioni regionali, c’è da chiedersi se in Germania si stia risvegliando quella «corrente sotterranea anti-civilizzatrice, anti-occidentale» che secondo Theodor W. Adorno è una costante della tradizione tedesca. Alcuni sondaggi e studi sembrano registrare una spaccatura – anzitutto geografica – nella società tedesca e in particolare la crescita di una minoranza pervasa da impulsi anti-democratici e illiberali e avvelenata da sentimenti razzisti. Contemporaneamente, si assiste a uno sdoganamento al centro della società di idee e sentimenti relegati sinora all’estrema destra.

 

[L'articolo completo, pubblicato sul "Mulino" n.1/17, pp. 32-39, è acquistabile qui]