L'incognita partecipazione. Un difficile pronostico. A pochi giorni dalla fatidica data del 25 novembre ci sono ben poche certezze. Tralasciando la questione delle regole, messe in discussione per l’ennesima volta per via dei tortuosi percorsi di pre-registrazione che i potenziali selettori dovrebbero seguire per poter esprimere il voto. L’incognita è soprattutto la partecipazione. Nel balletto dei numeri Bersani ha fissato il traguardo in 2 milioni di votanti. Al di sotto di quella cifra si parlerà di fallimento, al di sopra di successo. Facile, no? Il punto è capire cosa c’è oltre quella soglia. Un successo sicuro, ma di chi? Una larga partecipazione favorirebbe Renzi, capace di mobilitare soprattutto all’esterno del bacino elettorale del suo partito, mentre una quota di partecipazione più contenuta dovrebbe aiutare Bersani a fronteggiare l’avanzata delle "matricole", che si suppone siano per lo più renziane.
Come di consueto con l’avvicinarsi del (s)election day si moltiplicano i sondaggi. I media, facendo il loro mestiere, si affannano per riportare il dato più aggiornato, enfatizzando gli scostamenti fino all’ultimo centesimo, arrivando talvolta anche a sbirciare fra gli appunti di candidati e organizzatori. Il problema è che in questa competizione primaria i numeri sono più che mai scivolosi. Perché, mai come in questa occasione, sarà la partecipazione il termometro che ci dirà già prima della chiusura dei seggi se si andrà – com’è probabile – a un secondo turno.
I sondaggi hanno un loro fascino e la tentazione di dare i numeri è forte perché C&LS possa resistervi. Vogliamo però considerare le percentuali retrospettivamente, con il senno di poi. In attesa di analizzare i dati che raccoglieremo domenica proviamo a considerare l’andamento dei sondaggi sulle primarie negli ultimi due mesi. Non ci interessa interpretarli in un’ottica predittiva, piuttosto li usiamo per capire se e, eventualmente, come la curva di gradimento dei candidati sia mutata nel corso della campagna elettorale.
La figura racconta di una competizione serrata, ma non giocata sul filo del rasoio. Descrive un film con pochi colpi di scena. Proviamo a guardare a queste primarie come a un Gran premio di Formula 1. A settembre, ai blocchi di partenza Bersani e Renzi partivano in pole position: erano in prima fila. In seconda fila si collocava Vendola confortato, però, da un sostegno compatto e unitario del suo partito e di tutta l’area della sinistra (ormai) extra-parlamentare, che ha visto in lui l’opportunità di un riscatto elettorale. E dunque libero dalle beghe di partito che invece coinvolgevano Bersani e Renzi. Nelle retrovie c’erano Tabacci e Puppato.
A distanza di oltre due mesi la situazione è… la stessa.
La corsa è iniziata. I candidati hanno fatto i loro pit-stop, giocato le loro strategie comunicative, litigato quanto basta e fatto la pace il necessario per partecipare al chiaccheratissimo dibattito televisivo. Il quale, a essere onesti, aveva l’obiettivo di dare un’immagine unitaria e compatta della coalizione più che di offrire uno spazio di confronto e dialettica fra proposte alternative. A vedere l’andamento dei sondaggi sarebbero Puppato e Tabacci a giocare la partita più avvincente. Ma parliamo di poche manciate di voti e di un margine troppo ristretto per consentire alcuna argomentazione. In testa alla corsa i tre big hanno giocato una partita molto tranquilla. Non si evidenziano inversioni di tendenza. E le oscillazioni sono tutto sommato limitate a pochi punti percentuali. Sembra che si sia spostato poco o nulla. Certo alcuni eventi hanno prodotto minime variazioni: la vicenda delle regole, le polemiche fra Renzi e Marchionne, le beghe interne al Pd connesse al futuro di Veltroni e al destino di D’Alema.
Tutto sommato, l’impressione è che l’andamento dei sondaggi sia stato piuttosto lineare, senza colpi di scena o stravolgimenti importanti. Certo, tutto può succedere e si sa che i giorni che precedono il voto sono determinanti nella definizione della scelta degli indecisi. Ecco gli indecisi sono la vera incognita: certamente gli indecisi sul candidato da votare, ma anche gli indecisi sul recarsi o meno a votare. E le equazioni a due incognite non sono poi così semplici da risolvere.
Nota alla Figura: selezione dei sondaggi sul tema delle primarie pubblicati sul sito http://www.sondaggipoliticoelettorali.it Sono stati inclusi nell’analisi tutti quei sondaggi che offrissero agli intervistati l’alternativa di risposta su tutti e 5 i candidati in lizza, pertanto sono state incluse tutte quelle rilevazioni focalizzate su soli due o tre candidati, inoltre abbiamo selezionato solo quei sondaggi che rispettassero i seguenti parametri: un minimo di 800 casi, utilizzo di metodo CAWI o CATI, Campionamento su base nazionale.
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