Parigi val bene una pedalata. Il sistema di noleggio delle biciclette pubbliche realizzato dal Comune di Parigi, a tre anni e mezzo dalla sua introduzione, fa registrare un'inversione di tendenza: l'utilizzo resta sempre alto, ma il numero di abbonati al servizio comincia a diminuire. Gli studi e i sondaggi d’opinione sono ancora pochi e, per comprendere il fenomeno, bisogna risalire al suo esordio. Ideato dalla stessa società che nel 2005 avviò il progetto nella città di Lione, la JC Decaux, il Vélib' nasce a Parigi due anni più tardi: una vera rivoluzione per una città intasata dal traffico e poco educata alla circolazione dei ciclisti. Chiunque abbia più di quattordici anni può noleggiare una delle 10.000 biciclette dislocate nelle 1.451 rastrelliere della città, collocate a distanza di trecento metri le une dalle altre.
Dal 15 luglio di tre anni fa a oggi il numero dei vélos disponibili è salito a 24.000 e 1.800 nuovi punti di noleggio sono stati aperti nei Comuni della vicina periferia. Il sistema per utilizzare il vélo è semplice: in ogni stazione è in funzione un servizio automatico per noleggiare, al costo di un euro, il Vélib' per tutta la giornata, senza costi aggiuntivi se si usa la stessa bicicletta per un tempo non superiore ai trenta minuti. Superata la mezz'ora verrà addebitato un euro in più, e il prezzo sale progressivamente con il passare delle ore. Ma questo aspetto non costituisce un problema: il sistema è pensato per i piccoli spostamenti, ogni bici presa da una stazione può essere riposizionata in un'altra qualunque rastrelliera e, nel caso si avesse bisogno di percorrere un altro tratto in bicicletta, basta aspettare qualche minuto e servirsi di un altro vélo, senza ulteriori spese. L'abbonamento costa 29 euro per l'intero l'anno.
Ma è proprio sugli abbonati che di recente si sono accesi i riflettori della stampa: se all'inizio del progetto se ne contavano oltre 200.000, a marzo del 2010 ne sono stati registrati 40.000 di meno. Il Comune e la JC Decaux difendono il Vélib', ricordando che l'ultimo inverno in città, molto rigido, ha inibito l'uso della bicicletta e che, se pure gli abbonamenti sono scesi, resta costante il numero dei noleggi giornalieri, 100.000 al giorno in estate e circa la metà in inverno. I detrattori del vélo pubblico puntano il dito contro la cattiva gestione da parte del gruppo JC Decaux, che avrebbe già incassato 570 milioni di euro con i Vélib', ma che in questi anni non ha apportato i miglioramenti sperati a un servizio che ha ottenuto un successo inatteso.
Il problema maggiore, stando alle poche analisi effettuate, riguarda la reperibilità delle biciclette. Nonostante i numerosi punti di noleggio, alcuni di questi sono spesso vuoti, soprattutto quelli situati a nord della città, nei quartieri più popolosi. Per ricollocare le bici in tutte le rastrelliere vengono utilizzati quattordici veicoli, un numero che in molti ritengono insufficiente. Occorre poi considerare che – rispetto ai dati ufficiali – l’effettivo numero delle bici disponibili è sensibilmente inferiore, in quanto, escludendo quelle in cattive condizioni e quelle rubate, la cifra complessiva si ridurrebbe da 24.000 ad appena 8.000. E ancora, contro il gruppo JC Decaux si accaniscono i sindacati: gli addetti alla manutenzione del Vélib' sarebbero mal pagati, 900 euro al mese, e lavorerebbero in condizioni di non sicurezza.
Nonostante i punti di debolezza, il Vélib' ha notevolmente cambiato le abitudini dei parigini: la scorsa estate, in uno dei giorni più caldi dell'anno, gli accessi alle biciclette in una sola giornata sono stati addirittura 130.000. Ma soprattutto la recente apertura dei punti-noleggio in periferia è un passo decisivo per incidere sulla diminuzione del traffico. In attesa di avere dati ufficiali relativi alla città di Parigi, è significativo osservare come a Lione le bici pubbliche abbiano ridotto i veicoli in circolazione del 10%.
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