Per un lungo periodo le voci di Wikipedia sono state circondate da una certa perplessità. Come scrive Giovan Francesco Lanzara in un articolo in preparazione per «il Mulino», le più comuni controversie su questo strumento hanno riguardato «la qualità dei contenuti, la copertura e l’ampiezza dei campi di conoscenza trattati, l’affidabilità delle informazioni, l’organizzazione del lavoro (chi scrive Wikipedia?), e più raramente le modalità di governo del sistema di produzione (chi, o che cosa, governa Wikipedia?)».
Nei fatti, oggi, nonostante tutte le cautele, a Wikipedia si ricorre assai spesso, di solito con profitto. E in un Paese sempre più declinante verso la fiction perenne (di pessima qualità, peraltro) è molto utile andare a scorrere, di volta in volta, le informazioni principali che riguardano i personaggi e gli eventi dell’attualità, grandi e piccoli. Andrebbe fatto ogni volta che capitano cose strane. Come il recente cambio incrociato tra ministri e ministeri.
Prendiamo, in particolare, il passaggio di Giancarlo Galan al ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Wikipedia ci informa al proposito in maniera sufficiente dei titoli accumulati nel corso della carriera dal neoministro, cui spetterà tra l’altro il compito di vigilare sull’immenso patrimonio artistico italiano. Egli è «un politico italiano, già presidente della Regione Veneto, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali dal 2010 al 2011 […] Si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Padova e ha ottenuto un master in Business Administration alla Bocconi di Milano. Ha Lavorato per Publitalia ‘80, diventandone direttore centrale. Iscritto giovanissimo al Partito liberale italiano, nel 1993 viene chiamato da Silvio Berlusconi a partecipare alla fondazione di Forza Italia. Nel 1994 viene eletto alla Camera dei Deputati e nel 1995 entra a far parte del Consiglio regionale del Veneto. Il 16 aprile 2010 viene nominato ministro dell’Agricoltura [Politiche agricole, alimentari e forestali, N.d.R.] del governo Berlusconi IV, in sostituzione proprio di Luca Zaia, ossia il suo successore alla presidenza della Regione Veneto. Galan si è reso noto per la sua politica di apertura alle colture Ogm, che ha trovato l’opposizione dei movimenti ambientalisti e delle associazioni per l’agricoltura biologica, oltre che di diversi "governi regionali"».
Bastano queste poche righe per comprendere che si tratta con ogni probabilità di un politico capace, dalla formazione di tipo aziendale, come molti altri del resto, che ha accumulato una importante esperienza amministrativa e che era arrivato da poco a capo di un dicastero, con portafoglio, non tra i più importanti ma non irrilevante, peraltro già abolito da un referendum. Ancora: «Il 23 marzo, Galan annuncia le dimissioni da ministro dell’Agricoltura, il quale viene affidato al leader di Iniziativa Responsabile Francesco Saverio Romano, per guidare il dicastero dei Beni e delle Attività Culturali, lasciato libero dal dimissionario Sandro Bondi».
Un bell’incrocio, appunto. È legittimo chiedersi a che pro? Sì, è legittimo e doveroso.
Il neoministro Galan, che i più buoni si sono limitati a ribattezzare «ministro dell’Agricultura», mentre i più cattivi hanno aggiunto che se si voleva un culturista era meglio Ignazio La Russa, possiede doti e caratteristiche che lo rendono idoneo a ricoprire un ruolo di così alta responsabilità? No. Dobbiamo forse rimpiangere il suo predecessore. No. Ma non possiamo nemmeno far finta che non sia successo nulla.
Appendice: I ministeri e le date degli avvicendamenti. Beni e Attività Culturali. Ministro: Giancarlo Galan (dal 23 marzo 2011) [Sandro Bondi fino al 23 marzo 2011]. Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Ministro: Francesco Saverio Romano (dal 23 marzo 2011) [Giancarlo Galan dal 15 aprile 2010 al 23 marzo 2011; Luca Zaia da inizio legislatura fino al 14 aprile 2010].
Nota: Il quadro completo della nutrita compagine di governo, compresi i diversi sottosegretari, è disponibile a questa pagina. Le biografie sono rintracciabili cliccando direttamente sui singoli nomi. Laddove il link non fosse disponibile, come nel caso dell’ex sottosegretario al Federalismo Aldo Brancher, è comunque sempre possibile ricorrere alla relativa voce Wiki.
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