Crescere e diventare adulti per la generazione che era adolescente nel 2008, all’inizio della grande recessione, ha significato maturare aspettative e progetti in un tempo di crisi economica, sociale, morale globale.
Le esperienze della precarietà lavorativa, della frammentarietà delle carriere, della difficoltà nel raggiungimento di un’autonomia economica, della necessità di adeguare prontamente le proprie competenze a contesti in continuo mutamento, si inseriscono in un più complessivo scenario di trasformazioni che contribuiscono a creare un insieme nuovo di linguaggi, significati, pratiche, aspettative e aspirazioni che segnano una frattura rispetto al “mondo” delle generazioni precedenti. La globalizzazione, innanzitutto: l’inserimento in flussi globali di idee, immagini, informazioni, modelli di vita e di consumo che contribuiscono a modificare l’idea della soggettività, dell’appartenenza e dell’azione politica, rendendo comuni e scontati – nell’analisi sociologica, ma sempre più anche nel discorso comune – nozioni come quelle di “sfera pubblica diasporica”, “comunità trans-locali”, “società in rete’.
Lo sviluppo e la diffusione capillare delle tecnologie elettroniche costituiscono un secondo elemento che segna in modo nuovo e peculiare l’esperienza dei giovani contemporanei. Perennemente “connessi” e abituati a utilizzare linguaggi diversi e, a differenza della generazione precedente, meno preoccupati della coerenza. Oggi nei giovani appare accresciuta la capacità di adattarsi per non essere esclusi e perdere le scarse opportunità che via via si presentano loro. In questo articolato scenario, anche la congiuntura economica negativa – esperienza di regressione, riduzione, involuzione e delusione per le generazioni precedenti – può assumere un significato diverso agli occhi di una generazione per cui la crisi ha costituito esperienza comune e condivisa sin dall’adolescenza, il contesto “normale” in cui si è compiuta, o si sta per compiere, la transizione dalla scuola al lavoro, dall’infanzia al mondo adulto. È indubbio che la grande recessione globale colpisca nel mondo occidentale soprattutto i giovani, con conseguenze ancora più marcate in contesti, come quello italiano, che storicamente sul piano economico e occupazionale non li hanno mai favoriti. Tuttavia, la complessità del vissuto generazionale rende ancora più evidente come condividere la medesima esperienza storica non significhi viverne gli effetti nello stesso modo. Genere, capitale sociale e culturale, condizioni geografiche, influiscono profondamente sulle possibilità, le prospettive e i progetti di vita di questi giovani.
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