Schiaffo alla Cancelliera. La recente sconfitta del partito di Angela Merkel in Nordreno-Vestfalia, il Land più popoloso della Germania, potrebbe delineare una piccola cesura storica, così come l’aveva segnata nel 2005 la perdita della regione da parte della Spd, che all’epoca la governava da 39 anni. Il risultato parla chiaro: la Cdu ottiene, con il 26% di consensi, il suo peggior risultato di sempre in questa regione, mentre la Spd si avvicina alla soglia del 40%. I verdi si mantengono stabili attorno al 12%, mentre i liberaldemocratici della Fdp, dopo una serie di pesanti sconfitte subite nelle ultime elezioni locali, conseguono un modesto incremento rispetto all’ultima tornata elettorale, ottenendo l’8,5% dei voti. Insieme ai cristianodemocratici l’altro sconfitto di queste elezioni sono i postcomunisti della Linke che falliscono in una delle regioni più operaie della Germania: con il 2,5% dei consensi scendono ben al di sotto della soglia del 5% necessaria per accedere all’assemblea regionale. Il vero vincitore è il Partito dei pirati, che dopo le elezioni locali di Berlino, della Saar e dello Schleswig Hollstein, supera per la quarta volta consecutiva la soglia di sbarramento del 5%, ottenendo il 7,5% dei consensi.
L’esito elettorale in Nordreno-Vestfalia si presta inevitabilmente a essere interpretato anche come un test elettorale non superato da parte del governo federale in vista delle prossime elezioni politiche previste per il 2013. Sul risultato delle elezioni sembrano infatti aver pesato sia l’immagine eccessivamente litigiosa che la coalizione cristiano-liberale ha dato di sé negli ultimi due anni e mezzo, sia il malcontento per come la cancelliera Merkel e il ministro degli Esteri liberale Westerwelle stanno gestendo la crisi economica e finanziaria in Europa. Qualche osservatore precipitoso ha addirittura commentato che quest’ultima sconfitta potrebbe segnare l’inizio del tramonto dell’era Merkel. La coalizione di governo di certo non gode di buona salute, ma è forse ancora presto per decretare la fine dell’era della Kanzlerin. In primo luogo, non vanno sottovalutati i fattori locali che hanno influito sull’esito elettorale in Nordreno-Vestfalia. Nel caso specifico, prima ancora che di una sconfitta della Merkel si è trattato di una sconfitta personale del governatore uscente Norbert Roettgen, responsabile di una gestione molto modesta, per non dire fallimentare. In secondo luogo, non va dimenticato che il Nordreno-Vetsfalia rappresenta da sempre una roccaforte della socialdemocrazia tedesca. In terzo luogo, non è detto che in un sistema partitico «fluido», come viene definito quello attuale, la pur grave crisi della Cdu pregiudichi definitivamente le sue possibilità di essere riconfermata al potere alle prossime elezioni politiche.
Secondo le ultime indagini condotte dal centro di analisi Forschungsgruppe Wahlen, se si votasse domenica, Spd e Verdi otterrebbero complessivamente il 43% (30%+13%) dei consensi, mentre la Cdu-Csu e la Fdp il 39% (35%+4%). Si registra, dunque, un saldo netto positivo per le forze di centro-sinistra; la Cdu-Csu rimane però con il 35% dei consensi la principale forza politica del Paese. A fronte di un sistema partitico con sei partiti rilevanti, di cui uno – il Partito dei pirati – dalla collocazione ancora incerta lungo il continuum destra-sinistra, la Grande coalizione appare tuttora, accanto all’ipotesi di un governo di coalizione rosso-verde, uno degli scenari più probabili in vista delle prossime elezioni politiche. E, considerata la perdurante gravità della crisi economica in atto, un governo di unità nazionale potrebbe costituire anche lo scenario più auspicabile. In ogni caso, è ancora presto per parlare del tramonto dell’era Merkel.
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