Questo articolo fa parte dello speciale Amministrative 2019
Il 26 maggio anche Livorno, terza città della Toscana per numero di abitanti e uno dei primi capoluoghi di provincia italiani a essere stato amministrato dal Movimento 5 Stelle, andrà al voto. Il successo pentastellato del giugno 2014 e soprattutto la sconfitta delle forze di centrosinistra, che per la prima volta nella storia repubblicana finirono all’opposizione, avevano rappresentato una rottura simbolica molto importante in città, vissuta da alcuni come un “trauma” e da altri come una “liberazione”, suscitando comunque diverse aspettative di cambiamento.
Durante i cinque anni della Giunta di Filippo Nogarin però non sono mancate le criticità. Tra esse spicca il tema dello sviluppo del porto cittadino, in declino nell’ultimo decennio e su cui non vi è stata una controtendenza. Ma anche il problema di una più complessiva deindustrializzazione dovuta al crollo del settore industriale e manifatturiero. Nel 2014 l’allora futuro sindaco Nogarin, quando gli fu chiesto quale fosse il punto più importante su cui impegnarsi, rispose con “Lavoro, lavoro, lavoro”, ma, guardando oggi i dati dell’occupazione in città, non pare che ci sia stata una netta inversione di tendenza.
Altro tema spinoso è stato quello della gestione dei rifiuti, con gli annosi problemi debitori alla municipalizzata Aamps, la quale ha vissuto un discusso concordato preventivo, che ne ha comunque poi permesso la salvezza dal possibile fallimento. Sempre sul tema rifiuti è arrivata, nel bel mezzo di questa campagna elettorale, la notizia che nel 2021 verrà spento l’inceneritore cittadino, portando così a compimento una delle promesse del M5S. Un altro argomento caldo, che suscita non poche polemiche, è quello della carenza dei parcheggi, unito alla decisione recente di mettere la sosta a pagamento in varie zone della città. Infine, la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, sulla quale Nogarin ha consumato larga parte del suo credito: è infatti indagato per concorso in omicidio colposo per la morte di 8 persone avvenuta durante l’alluvione che colpì la città il 10 settembre 2017. Sono tutti temi delicati che, in un modo o nell’altro, dovranno essere gestiti anche dalla nuova amministrazione.
In questo contesto è avvenuta anche la scelta, inusuale per un sindaco uscente – motivata a detta dell'interessato da ragioni personali, non ultima il coinvolgimento nell'inchiesta sull'alluvione –, di non ricandidarsi alla poltrona di primo cittadino: Nogarin ha infatti preferito correre per le elezioni europee, che si svolgeranno lo stesso 26 maggio. Il Movimento 5 Stelle si affida quindi alla vicesindaca uscente, vale a dire Stella Sorgente.
Complessivamente sono nove i candidati a sindaco e 17 le liste, per un totale di 493 candidati a consigliere. La coalizione di centrosinistra prova a riprendere la guida del Comune con il noto giornalista televisivo locale Luca Salvetti, appoggiato dal Partito democratico, da Articolo Uno e da due liste civiche: Casa Livorno e Futuro. Quest’ultima è rappresentata in Consiglio comunale dal 2016, quando due consiglieri comunali (su tre) del gruppo di sinistra Buongiorno Livorno lasciarono la propria lista.
Il centrodestra si presenta in modo unitario, cosa che non era accaduta alle precedenti amministrative, candidando a sindaco il poliziotto Andrea Romiti, con l’appoggio di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e della lista civica Livorno in Movimento.
A sinistra del Pd, il quadro si presenta molto variegato. Marco Bruciati, il terzo consigliere comunale rimasto dentro Buongiorno Livorno (che nel 2014 era la front-runner di una coalizione di sinistra che aveva ottenuto più del 16% dei voti), a queste elezioni corre con l’appoggio di BL ma anche di Potere al Popolo. Si ripresenta come candidato sindaco anche Marco Cannito, il quale ci riprova per la quarta volta consecutiva dopo essere già stato eletto consigliere comunale ininterrottamente dal 2004, sempre alla guida della sua lista civica Città Diversa. Stavolta viene appoggiato anche da La Sinistra per Cannito, che riunisce Sinistra italiana e Rifondazione comunista con un simbolo simile a quello per le Europee. Sempre nell’alveo del centrosinistra può rientrare anche la presenza autonoma della lista Livorno in Comune, espressione locale del movimento di Federico Pizzarotti, sindaco di Parma ed ex M5S. La candidata a sindaco è Carina Vitulano, già arbitro di calcio internazionale e figlia dell’ex calciatore Miguel Vitulano, amatissimo in città.
A proposito di ex esponenti del M5S, corre da sola anche l’ex assessora al sociale della Giunta Nogarin Ina Dhimgjini, la quale ad aprile 2018 si era dimessa dalla carica (in seguito è stata anche, fino a gennaio, assessore al Welfare a Imola): la giovane avvocatessa di origini albanesi si presenta con la sua lista civica Livorno a misura.
Ovviamente non può mancare nella città dove fu fondato il Partito comunista d’Italia anche una lista con la falce e martello. Si tratta del Pci, ricostituito a livello nazionale nel 2016, che a Livorno presenta come candidato a sindaco Luigi Moggia.
Infine chiude il quadro Barbara La Comba, responsabile dell’ufficio ambiente di Asa (la società che gestisce l’acqua), la quale corre autonomamente per la lista civica Per Livorno Insieme.
I sondaggi danno per certo un ballottaggio, come già fu nel 2014: e se sembra assodato che Salvetti sia uno dei contendenti, l'incertezza è per il secondo. La sfida è aperta tra Bruciati, Sorgente e Romiti.
[Questo approfondimento sulle amministrative di maggio tocca le quindici città più popolose in cui si rinnovano i Consigli comunali: Bari, Bergamo, Cesena, Ferrara, Firenze, Foggia, Livorno, Modena, Perugia, Pescara, Prato, Reggio Emilia, insieme a Cagliari e Sassari dove, in ragione dell’autonomia dell’Isola, si voterà il 16 giugno.]
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