editoriale
La nostra Europa non può essere una riedizione del “mondo di ieri”. Essa deve essere un’utopia ragionevole, un ideale raggiungibile attraverso un percorso progettato senza nascondere le difficoltà. Le sfide sono chiare: portare a termine l’unione monetaria, riaprire il cantiere del Welfare europeo (la “nostra” Europa sarà liberale, non neo-liberale), mettere in piedi una politica comune per la coesione territoriale e gli investimenti molto più incisiva, allargare il discorso sulla difesa comune. Difendere la libera circolazione delle persone e delle idee, contro chi vorrebbe interromperla. In questo numero, in vista del voto per il rinnovo del Parlamento europeo, proviamo a dare un contributo di idee a questa grande battaglia politica, nella quale ci impegniamo, con l’aiuto di studiosi e politici provenienti da diversi Paesi europei. Ma il contributo più grande lo daranno i nostri lettori, che ci piace immaginare si aggiungeranno numerosi a quelli che si sono già messi in marcia per votare in difesa della nostra Europa, come nella copertina di questo numero, per attraversare i confini innaturali – i muri, reali e mentali, le perquisizioni – che ci separano dall’obiettivo di una Unione equa e solidale tra i popoli europei.
Il dialogo con Ivan Krastev pubblicato in questo numero ci aiuta a mettere a fuoco aspetti a lungo trascurati del 1989, così importanti per comprendere gli sviluppi inattesi che la caduta del Muro ha avuto anche sulle democrazie liberali.
Il 1989 è l'anno in cui la Storia non finisce, come aveva ipotizzato il politologo Francis Fukuyama riferendosi alla fine del XX secolo, ma rimette in discussione sé stessa.
La crescita della risposta elettorale alle sirene dei vari nazionalismi, più o meno venate di becero populismo, ha riportato all'attenzione degli osservatori una questione centrale per chi voglia comprendere le trasformazioni della democrazia contemporanea.
L'Italia appare sempre più marginale nel contesto europeo e mondiale. Il ruolo svolto per favorire il processo di integrazione europea, pure tra molte difficoltà e contraddizioni, rischia di entrare rapidamente nel cassetto dei ricordi.
Che succede a Roma? Quanti e quali sono i mali di una città bellissima eppure eccezionalmente problematica? Alla capitale d’Italia è dedicata la sezione monografica di questo numero del «Mulino», che ospita gli interventi di chi conosce da vicino la città eterna e per essa ha lavorato, studiandola e attivandosi per migliorarla.