È di nuovo il 27 giugno, di nuovo si avvicina il momento delle vacanze, come trentatré anni fa partivano per le vacanze le 81 vittime della strage di Ustica. Gli anniversari servono a tenere vivo il ricordo e anche a fare un bilancio di che cosa è cambiato, nell’ennesimo anno trascorso da un evento traumatico. In questo caso, una novità rilevante è quella della catalogazione e della pubblicazione online dell’archivio dell’Associazione parenti delle vittime, grazie al lavoro di Salvatore Alongi e Lorenza Iannacci, nell'ambito del più ampio progetto “Una città per gli archivi”. Da remoto è possibile vedere una parte dei materiali digitalizzati e in ogni caso accedere alla descrizione dettagliata di ogni documento, consultabile materialmente presso l'Istituto Parri di Bologna, dove, nel 2006, l’Associazione ha depositato il proprio archivio.
Come sottolineato in un convegno che si è tenuto a Bologna nel 2011, gli archivi delle associazioni dei parenti delle vittime stanno, in molti casi, configurandosi come “archivi supplenti”, generati unendo sia materiali in copia dei procedimenti giudiziari, sia i documenti creati dal lavoro delle associazioni per mantenere memoria dei fatti e divulgarne la conoscenza, oltre che continuare a chiedere verità. Per questo motivo, già da due anni esiste un portale per la messa in rete degli “archivi per non dimenticare”, che tengono insieme vicende legate al terrorismo, le stragi, la violenza politica ma anche gli attentati voluti dalla criminalità organizzata. L’intento è quello di costituire un bacino di fonti per iniziare a fare storia su questi eventi: fonti che, tuttavia, mostrano a pieno il carattere di complessità degli archivi novecenteschi e attuali. Da un lato, infatti, presentano il problema della materialità fragilissima di carte scadenti, inchiostri evanescenti, fotocopie fotosensibili, o del progressivo uso della posta elettronica e la necessità di salvare i dati attraverso backup; dall’altro sono caratterizzati dalla presenza di materiali visuali, sonori o audiovisivi, divisi in fonti primarie (si pensi alla registrazione dello scoppio della bomba in piazza della Loggia a Brescia durante il comizio antifascista del 28 maggio 1974) e in successive elaborazioni televisive, per le quali forse non è calzante la definizione di fonti secondarie. L’approccio con questi materiali rappresenta ora un'esperienza radicalmente nuova per il lavoro dello storico, ma allo stesso tempo inaugura quella che sarà la prassi per gli studi documentari a venire: invece che avere timore di queste nuove “fonti” bisognerebbe cercare di guardarle a fondo, per iniziare a tratteggiare un quadro storico di una stagione complicata ma fondamentale per comprendere la società attuale.
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