Visto da fuori, il doppio volto dell’Italia ha un che di sconcertante, tanto oscuro da un lato quanto luminoso dall’altro. Per taluni aspetti, più che mai, l’Italia sembra andare alla deriva, ripiegata su se stessa, permeata da un sentimento antieuropeo che si diffonde sempre più. L’economia in recessione, la disoccupazione che avanza, le disuguaglianze che aumentano, un numero crescente di aziende in difficoltà; ma anche nuove tensioni sociali, la tipica creatività italiana in affanno, l’attrattiva culturale e intellettuale indebolite. Dal canto suo la politica offre uno spettacolo desolante. Almeno per il momento, le principali forze politiche si sfilacciano e si mostrano incapaci di accordarsi su una riforma della legge elettorale, di definire le loro alleanze, di proporre un progetto per il futuro, di far emergere dei leader autorevoli. E quel che è peggio, Silvio Berlusconi minaccia di tornare in politica! Le vicende poco chiare si moltiplicano, toccando tutti i partiti. La sfiducia nei confronti delle élite è esacerbata dalle dichiarazioni roboanti di Beppe Grillo, che riducono il livello del dibattito pubblico a zero, mentre i problemi che il Paese deve affrontare sfiorano la drammaticità.
Vi è poi l’altra faccia, quella che consente di guardare al futuro con un cauto ottimismo. Quella dell’Italia rappresentata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal presidente del Consiglio Mario Monti. Il primo cerca di assicurare la coesione dell’Italia ricordando continuamente che non bisogna lasciare da parte nessuno, specialmente i più fragili (le donne, i giovani, i ceti sociali più bassi, gli immigrati). Si sforza di definire l’identità di un Paese raccolto intorno ai valori della sua Costituzione e aperto all’Europa e al mondo. Tenta di dare profondità e lustro alla vita politica e di circoscrivere le pratiche istituzionali dei differenti poteri – esecutivo, legislativo e giudiziario – cosa che in questo momento suscita vive controversie. Nel frattempo Mario Monti ha inflitto una terapia shock che colpisce quasi tutti gli italiani per risanare i conti pubblici e lotta all’evasione fiscale. In più tenta di rilanciare la crescita attraverso una serie di misure recentemente adottate del Consiglio dei ministri. Infine, con l’aiuto di François Hollande, Mariano Rajoy e Mario Draghi, riesce a mettere in dubbio le teutoniche certezze della cancelliera Merkel, affermandosi come un vero leader europeo e donando di nuovo all’Italia lo spazio che le compete nell’ambito dell’Unione europea. Il presidente del Consiglio italiano suscita l’ammirazione di tutti gli osservatori stranieri che ne apprezzano il coraggio, l’energia e l’ampiezza di vedute. Mentre allo stesso tampo tanti italiani – in tutti i settori dell’economia e della società, che siano d’accordo o meno con la sua linea politica – si mobilitano per cercare di uscire dal marasma economico e per “reinventare” la democrazia.
Queste due realtà così fortemente contrastanti, il lato oscuro e quello luminoso, in questo inizio di settembre 2012 fanno dell’Italia un Paese complesso e contraddittorio. Difficile dire quale delle due facce avrà il sopravvento: anche da questo punto di vista i prossimi mesi si preannunciano decisivi.
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