La continua lotta di Dersim. Appena superata l’area di Elazığ, ciò che colpisce è l’attraversata del bacino creato dalla diga Keban negli anni Settanta. Un viaggio in traghetto di qualche minuto permette di raggiungere in minor tempo la provincia di Tunceli (nome turco) / Dersim (nome curdo). Subito viene da pensare a quanti villaggi, case, moschee si trovano sotto quelle acque. Il viaggio continua su montagne intervallate da scorci del bacino e del fiume Munzur, fonte di vita per la popolazione dell’area e di grosse dispute con il governo centrale. Arrivati in città, Dersim si presenta nella sua cornice naturale, divisa in due parti, con ospedale, università e scuole modernissime che sovrastano la città. Tutto ciò sotto costante controllo di una presenza massiccia di militari che caratterizza questa zona del Kurdistan turco, in cui fonti informali sostengono che per ogni tre abitanti ci sia un militare/poliziotto. Tutto ciò è confermato dagli elicotteri che continuamente sorvolano la città e le montagne circostanti alla ricerca di coloro che il governo di Ankara considera “terroristi”, i guerriglieri del Pkk.
La città di Dersim è un crogiuolo di identità, da sempre considerata dal governo una città pericolosa per la sua molteplicità, come dimostra il nome turco impostogli dal governo nel 1935, Tunceli, “pugno di bronzo”. Come si evince dai discorsi degli abitanti, tra cui moltissimi studenti provenienti da altre parti del Kurdistan turco, il confronto, che spesso sfocia nello scontro ideologico, è vivo in città. Una popolazione a maggioranza curda, ma di lingua zazaki/kırmanc e di religione alevi. Si tratta di una minoranza all’interno della minoranza, poiché curdi, per cui minoranza identitaria rispetto alla maggioranza turca del Paese, di lingua zazaki//kırmanc, ossia minoranza linguistica curda rispetto alla principale lingua kurmanji, e di religione alevi, in contrapposizione con la predominante fede sunnita.
La stessa politica risente di questo continuo scontro. Le ultime elezioni municipali, il 30 marzo scorso, sono state vinte dal Partito della pace e della democrazia (Bdp), partito filocurdo, che ha ottenuto la quasi totalità delle aree urbane curde del Paese, in contrasto con alcuni dei distretti della stessa provincia in cui è stato il Partito repubblicano del popolo, Chp, a ottenere la vittoria. Infatti, generalmente, gli alevi sono tra i principali sostenitori del partito fondato nel settembre 1923 da Mustafa Kemal Atatürk. Questo crea grosse discussioni all’interno dell’identità curda, che invece sostiene apertamente il Bdp.
Dersim è una città che non può essere vista a prescindere dall’attivismo politico, dallo scontro ideologico e dall’attivismo ambientale. Ogni anno, nel mese di luglio, si organizza il Munzur festival all’interno del Parco nazionale del Munzur, che prende il nome dall’omonimo fiume che scorre sulle montagne e attraversa la stessa città di Dersim. Il festival è un momento solenne per la popolazione per rimarcare il proprio "no" alla costruzione di dighe che il governo ha in progettazione sul fiume. Nel 2009 si è tenuta la più grande manifestazione ambientalista di tutta la Turchia, in cui hanno sfilato 20.000 persone, per una cittadina di poco più di 30.000 abitanti, accompagnati da avvocati e esponenti del mondo dell’ambientalismo internazionale. La lotta continua, poiché il governo ha modificato la legge che rendeva illegale la costruzione di dighe all’interno del parco nazionale, in cui si trovano delle specie di fauna e di flora uniche nel loro genere, nonché luogo di culto per la popolazione alevi.
Tutto è iniziato negli anni Trenta, quando in alcuni documenti si richiedeva la costruzione di un canale che permettesse così di distruggere i legami, l’identità e la cultura degli abitanti dell’area. Dopo la rivolta del 1937-'38, che ha portato al genocidio della popolazione della provincia, la repressione del governo centrale è stata costante, manifestandosi apertamente anche nella costruzione di dighe come strumento di repressione e assimilazione. Gli anni Settanta hanno visto la nascita della diga Keban, seconda più grande in quegli anni dopo la diga Atatürk, attualmente al terzo posto tra le dighe del Paese. Ma se allora la diga era stata costruita per motivi puramente economici, oggi, come negli anni Trenta, l’obiettivo è prettamente politico, culturale e identitario, e gli abitanti di Dersim continueranno a opporsi a lungo a quella che considerano una politica sporca del governo centrale.
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