Singapore: la profezia di Krugman. Nel 1994, Paul Krugman, recente vincitore del premio Nobel per l’economia, scrisse che non c’era niente di miracoloso nella crescita economica di Singapore. La crescita economia del Paese, egli sosteneva, non era dovuta a un'accresciuta efficienza del sistema produttivo, ma a «mobilitazione di risorse che avrebbe inorgoglito Stalin».
La forza lavoro era passata dal 27 al 51% della popolazione, il livello di istruzione dei lavoratori era cresciuto, e gli investimenti erano passati dall’11 al 40% del prodotto interno lordo. Krugman era piuttosto pessimista sulle prospettive per l’economia di Singapore. Dato che il successo economico era stato semplicemente il frutto di una enorme mobilitazione di risorse, e data l’oggettiva impossibilità di espandere ulteriormente la forza lavoro, di incrementare il livello di scolarizzazione della popolazione e di moltiplicare gli investimenti, Krugman riteneva impossibile che l’economia singaporeana potesse mantenere un tasso di crescita così elevato.
Contrariamente a quanto il futuro premio Nobel aveva previsto, l’economia di Singapore ha invece continuato a crescere vertiginosamente. Dal 1994 al 2007, il Prodotto interno lordo è cresciuto in media del 5,8%. Una performance straordinaria per un’economia avanzata, soprattutto se si considera che l’economia singaporeana, nel periodo in questione si trovò ad affrontare la crisi finanziaria del 1997, che ebbe effetti disastrosi per molte economie asiatiche: l’economia rallentò del 1,4% nella stessa Singapore, del 1,8% in Giappone, del 5,5% a Hong Kong e del 13,1% in Indonesia.
Il successo economico di Singapore, dopo il 1994, è però avvenuto in assenza di un miglioramento dell’efficienza del sistema produttivo. A Hong Kong, dove il sistema economico è più efficiente grazie a maggiori progressi nell'innovazione tecnologica, si è ottenuto un tasso di crescita simile a quello singaporeano. A Singapore l’economia ha continuato a crescere grazie alla continua espansione degli investimenti (per esempio nell’industria bio-medica) e, cosa che Krugman non aveva previsto, alla crescita dell'orario lavorativo. È chiaro però che né i primi né il secondo possono essere aumentati all’infinito e che si rende necessario incrementare l'efficienza del sistema produttivo nel suo complesso.
Questa esigenza è resa oggi particolarmente impellente dalla necessità di fronteggiare la crisi economica mondiale che a Singapore ha fatto rallentare la crescita, ha incrementato il tasso di disoccupazione, e ha fatto crollare il prezzo degli immobili (in cui tradizionalmente i singaporeani investono i loro risparmi). Le fortune politiche del People’s Action Party (Pap), che per quarant’anni è stato il partito dello sviluppo, della crescita, e della ricchezza generalizzata, dipendono in larga misura dalla sua capacità di rendere più efficiente il sistema produttivo singaporeano e di rilanciare un'economia oggi al palo.
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