“Non è che possono andare in galera se non sono stati loro, ma non cambia niente: i veri colpevoli sono sempre rumeni”. Ne è certa Alessandra Mussolini (AdnKronos, 4 marzo). E con lei ne sono certi gli italiani, in gran maggioranza. Gli stupratori del parco della Caffarella sono, devono essere rumeni. Anzi, devono essere Rom – come titola qualche giornale –, o comunque nomadi. Non per niente, con solerzia e perizia, gli inquirenti li hanno incastrati.
Si chiamano Alexandru Isztoika Loyos, subito detto Il biondino, e Karol Racz, in arte Faccia da pugile. Non c’è dubbio, oltre ai nomi esotici, degli stupratori hanno le physique du rôle. Peccato che, dopo pochi giorni, le analisi del Dna non confermino. E peccato che neppure confermino alcunché le impronte sulle celle telefoniche della vittima e del suo fidanzatino. E c’è poi il fatto che – come si dice, si smentisce, e poi si ridice – i cellulari degli “stupratori” dimostrano che erano lontani dal parco. L’accusa però tiene le sue posizioni. Il biondino ha confessato, si argomenta. Che abbia ritrattato è solo un incidente di percorso. L’opinione pubblica ha bisogno di colpevoli, e i due rumeni ne han tutta l’aria. Dunque, meglio riprovarci con altre analisi, si spera meno deludenti. Intanto, giustizia è (quasi) fatta.
Già, intanto… intanto nel Paese circolano le ronde, prontamente arruolate con decreto legge. Così si fa, quando si governa davvero. Altra questione è che, qua e là, quei “bravi cittadini” non raccolgano entusiasmo, e che “bravi cittadini” di tutt’altra parrocchia provvedano a bastonarli (secondo la migliore tradizione italica, come Pantalone con Arlecchino). Ma poi, le ronde di chi? Ogni partito vuol le sue. Si sa, quando sul mercato la domanda tira, l’offerta anche. E che cos’è l’ordine pubblico, se non una questione di mercato? Lo stato taglia fondi e mezzi a polizia e carabinieri, perciò si rivolge agli sponsor. Così si usa nella migliore tradizione del marketing, soprattutto se si è imprenditori del consenso politico. Quel che nessuno s’aspetta è che i sindacati dei poliziotti e dei carabinieri prendano d’aceto, come si dice. Siamo stufi di far da badanti, si lamentano: prima dei soldati obbligati a un mestiere che non è il loro, e ora delle ronde che, notte dopo notte, rischiano di prenderle.
Poi, tra venerdì e sabato scorsi, l’evidenza delle analisi prevale. Il biondino e Faccia da pugile (forse) non sono gli stupratori “giusti”. Però, come insegna la Mussolini, «non cambia molto, il vero responsabile rimane sempre di quell’area lì». Dunque, conviene tornare a cercare nella loro “etnia criminale”. Ce n’è uno che ha un Dna somigliante. Purtroppo sta in galera. Certo non può esser stato lui. Ma perché non qualche suo parente?
La tragicommedia continua, a vantaggio degli imprenditori del consenso. E continuano le passeggiate notturne delle ronde, con tanto di badanti (non rumene, si consiglia). Quanto allo stato di diritto, che cosa volete che ce ne importi? È solo un’ubbia sovietica.
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