È nelle città che gli effetti della globalizzazione si manifestano con maggiore visibilità, inclusi quelli legati all’insicurezza, alla paura della criminalità e ai cambiamenti delle dinamiche criminali.
Le città sono i luoghi in cui le persone si incontrano, in cui la vita sociale si manifesta in modo più intenso e complesso, in cui si produce cultura e dove lo sviluppo economico, unito ai progressi della tecnica e della scienza, appare più evidente. Alcune sono ben gestite, funzionano bene e forniscono una buona qualità della vita; altre presentano molteplici difficoltà: degrado dei centri urbani, problemi sociali e sanitari, alti tassi di disoccupazione e, nondimeno, mancanza di sicurezza.
Diverse ricerche mostrano come oggi le persone siano sempre più sensibili nel percepire i rischi sociali, compresi quelli connessi alla criminalità e alla vittimizzazione e, in molti Paesi, negli ultimi vent’anni, la paura della criminalità è costantemente aumentata, nonostante in buona parte delle nazioni d’Europa, inclusa l’Italia, la criminalità sia in continua diminuzione. Gli enti locali e gli amministratori devono così far fronte a nuove sfide e affrontare con grande determinazione l’insicurezza e la paura.
Criminalità e senso di insicurezza possono condizionare la vita di una città, così come il funzionamento e l’attrattività di alcune aree urbane. Quando le persone si sentono minacciate, modificano il loro stile di vita e, di conseguenza, il modo in cui utilizzano la città quotidianamente. Molti non escono la sera, non usano i trasporti pubblici negli orari di minore frequentazione, evitano i parcheggi sotterranei, non utilizzano alcuni spazi pubblici (parchi, piazze ecc.) e finiscono per rinchiudersi in appartamenti o quartieri blindati. Le fasce più vulnerabili della popolazione, innanzitutto anziani e donne, possono sentirsi particolarmente minacciate, la perdita di libertà che ne consegue rappresenta un peso intollerabile da portare, e la qualità della vita può essere compromessa seriamente.
[L'articolo completo, pubblicato sul "Mulino" n. 3/17, pp. 410-417, è acquistabile qui]
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