Nel continuare a vedere in Bergoglio un populista manicheo, Loris Zanatta dice: «faccio lo storico e studio il papa calato nel suo tempo». In realtà il papa è inchiodato al passato dell’Argentina peronista, destinato a ripetere la stessa storia. Una visione triste e avvilente per uno storico che trasforma il non incontro coi dissidenti cubani e la visita di Hebe Bonafini in episodi decisivi di giudizio. Quante persone il papa è costretto a non incontrare, volendole incontrare, se possibile, tutte? A Zanatta non interessano le fonti, i contesti, i percorsi. Tutto è appiattito dentro uno schema dualista: o populisti o democratici. Non si accorge del carattere poliedrico e relazionale di Bergoglio, della sua laicità.
Zanatta dice di valutare solo i fatti e non gli scritti, ma poi demolisce in due righe la Evangelii gaudium e la Laudato si’. La prima riguarda il suo programma di riforma della Chiesa «in uscita» da ogni clericalismo; la seconda offre una panoramica dei problemi del pianeta proponendo cinque «grandi percorsi di dialogo» (cap. V). Bergoglio è uomo del dialogo che intende attraversare e trasformare positivamente i conflitti (l’idea lo accompagna dal convegno del 1985 su culture e Vangelo).
«So di remare controcorrente e che criticare il papa è un po’ suicida», scrive Zanatta. In realtà screditare Bergoglio è una moda diffusa da tempo sia in ambienti ecclesiastici reazionari sia in quelli iperliberisti o laicisti «furiosi». Negli Stati Uniti l’attacco è partito subito, in Italia dall’ottobre 2013. Per alcuni, Bergoglio è «l’uomo più pericoloso del pianeta» e sta distruggendo la Chiesa. Zanatta si stupisce di aver ricevuto lodi dall’interno della Chiesa senza accorgersi che i suoi simpatizzanti attaccano da tempo il papa con i suoi stessi pregiudizi, ma coltivano un odio viscerale per ciò che è liberale, democratico, illuministico e conciliare (l’attacco a Bergoglio è l’attacco al Concilio).
Per arricchire le conoscenze sul papa, propongo di esplorare tre piste.
Politica. Sulla sua visione politica (chiamiamola «personalista-comunitaria») occorre tener presente che per il papa in democrazia la libertà è sempre intrecciata all’uguaglianza e alla fraternità. A Strasburgo (novembre 2014), osserva che occorre guardarsi dal rischio della riduzione o contraffazione della democrazia a causa di «una concezione omologante della globalità» che colpisce la vitalità del pluralismo. In Turchia (novembre 2014) invoca la necessità di «un dialogo interreligioso creativo» basato sul «rispetto dei fondamentali diritti e doveri legati alla dignità dell’uomo». Nel dicembre 2014 aderisce alla campagna internazionale contro la tratta delle persone («crimine di lesa umanità»), riproposta nel giugno 2016. Negli Stati Uniti (settembre 2015), davanti al Congresso, ricorda l’America come «terra dei liberi e casa dei valorosi». Prima di citare M.L. King, D. Day e T. Merton, esalta A. Lincoln come «il custode della libertà», aggiungendo: «Il nostro mondo è sempre più un luogo di violenti conflitti, odi e brutali atrocità, commesse perfino in nome di Dio e della religione. Sappiamo che nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere […]. Ma c’è un’altra tentazione da cui dobbiamo guardarci: il semplicistico riduzionismo che vede solo bene o male, o, se preferite, giusti e peccatori. Il mondo contemporaneo, con le sue ferite aperte che toccano tanti dei nostri fratelli e sorelle, richiede che affrontiamo ogni forma di polarizzazione che potrebbe dividerlo tra questi due campi. Sappiamo che nel tentativo di essere liberati dal nemico esterno, possiamo essere tentati di alimentare il nemico interno. Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore di prendere il loro posto». Giorni dopo, a Filadelfia, rilancia la Dichiarazione di Indipendenza le cui «vibranti parole continuano a risuonare e ad ispirarci oggi […]. La storia mostra anche che questa verità, come del resto ogni verità, va costantemente riaffermata, fatta propria e difesa […]. Ricordiamo le grandi lotte che hanno portato all’abolizione della schiavitù, all’estensione del diritto di voto, alla crescita del movimento dei lavoratori, ed allo sforzo progressivo per eliminare ogni forma di razzismo e di pregiudizio diretti contro le ondate successive di nuovi americani».
Economia. Nei testi bergogliani vive la «dottrina sociale della Chiesa» che critica non il mercato ma «l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria», l’assenza di regole nell’«attività finanziaria speculativa e nella ricchezza virtuale» (Laudato si’ 106-114). In essa spiccano la dignità della persona, il bene comune, la destinazione universale dei beni. In Rerum novarum, Quadragesimoanno, Mater et magistra, Populorum progressio, Octogesima adveniens, Laborem exercens, Sollicitudo rei socialis, Centesimusannus, Caritas in veritate, costante è la critica al mercatismo assoluto e all’«imperialismo internazionale del denaro» (cfr. Quadragesimo anno, 1931, 83; Populorum progressio, 1967, 26).
Nuovo umanesimo. In tante iniziative, in ogni viaggio e nella Misericordiae vultus (2015), Bergoglio esplora una «geopolitica della misericordia» in modo laico: non benedice alcuna guerra santa, evidenzia sempre i fattori politici ed economici delle crisi o delle guerre, svuota di senso il millenarismo apocalittico settario (che si denomina islamico o cristiano), smonta le narrative dello scontro finale. Il 6 maggio 2016, ricevendo il premio Carlo Magno, dopo aver ricordato E. Wiesel, E. Przywara, K. Adenauer, A. De Gasperi, R. Schuman, si appella alla «capacità di sognare quell’umanesimo, di cui l’Europa è stata culla e sorgente», aggiungendo «sogno un nuovo umanesimo europeo, un costante cammino di umanizzazione, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia». L’idea forte, riproposta con azioni e diplomazia della Santa Sede, è quella riguardante la difesa della dignità umana, la costruzione dell’umanità, la cura del creato e della famiglia umana.
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