Il turismo cinese in Europa. A partire dal 2004, la mutata politica della Repubblica Cinese in merito alla concessione di visti d’uscita a gruppi di cittadini interessati a fare visite turistiche all’estero, insieme alle migliorate condizioni economiche della popolazione, hanno reso la Cina il Paese di provenienza più importante per il traffico turistico internazionale.
L’Europa, in particolare, nell’ultimo decennio è diventata per i cinesi una delle destinazioni più popolari. Nel 2014, quasi un decimo dei 109 milioni di turisti cinesi, che nei loro viaggi all’estero hanno acquistato merci per circa 165 miliardi di dollari, è venuto in Europa. Francia, Italia, Svizzera, Germania le destinazioni più frequentate.
Per lo più si tratta di gruppi di turisti "reclutati" in Cina da un gran numero di agenzie di viaggio. In Europa, vengono poi "consegnati" a numerose aziende locali che preparano e gestiscono i pacchetti scelti dai visitatori, spesso servendosi anche di dipendenti cinesi specializzati.
Io stesso sono tra questi: insieme a quattro miei concittadini mi occupo delle operazioni in questione per conto di una ditta alto-atesina. Le nostre attività mettono a disposizione dei turisti cinesi i vari servizi previsti. È nostro compito rendere gratificanti le esperienze di viaggio, beninteso tenendo sempre presente un interrogativo fondamentale: quanti turisti cinesi sono disposti a pagare quanto per valersi di quello che mettiamo loro a disposizione?
Chiaramente un viaggio turistico high, che adottando standard elevati massimizzi il comfort dei clienti e la qualità dei servizi offerti, può attrarre certi turisti, ma non in numeri tali da produrre un profitto certo per le imprese che lo organizzino. I pacchetti sono per lo più intesi per un traffico di massa, generalmente costituita da viaggiatori alla loro prima esperienza di turismo internazionale, e in grado di affrontare solo prezzi relativamente ridotti.
I tour che organizziamo generalmente cominciano da una città (Roma, mettiamo) e terminano in un’altra (Parigi, mettiamo), attraversando in autobus Italia, Svizzera e Francia, i Paesi che esercitano l’attrazione più grande sulla maggioranza dei turisti cinesi. Un tour classico, ad esempio, tocca Roma, Firenze, Venezia, Lucerna, Interlaken e Parigi, il tutto in una decina di giorni. Ma il contenuto del pacchetto può variare considerevolmente per far fronte alle aspettative di turisti che si possono permettere di spendere a volte 1.000 dollari, a volte più del doppio.
Supponiamo, ad esempio, un viaggio low-end, al costo di un migliaio di dollari. Naturalmente due aspetti critici sono l’organizzazione dell’ospitalità e i trasporti. Per lo più si tratta di gruppi da 20 a 50 persone, ospiti di alberghi a 4 stelle in Europa, contro le 3 stelle degli altri Paesi, situati entro 40 km dai centri città, in camere doppie. Ma una volta in Europa tutti viaggiano nelle stesse condizioni. Un autobus li accoglie all’arrivo dalla Cina e li trasporta per tutta la durata del viaggio; l’autista deve sapere l’inglese e avere qualche familiarità con usi cinesi; una guida che parli cinese accompagna il gruppo.
Gli autobus generalmente appartengono a ditte dell’Europa del Sud o orientale, che fanno prezzi migliori. Gli spostamenti possono andare dai 300 ai 500 km al giorno, il che significa che l’esperienza quotidiana dei viaggiatori è, inevitabilmente, piuttosto faticosa. Così, in ciascuna città al massimo trascorrono una giornata, spesso senza nemmeno il tempo per una visita a un museo. Vedere il Colosseo o i Fori attraverso il finestrino di un bus non è il massimo. Eppure può essere sufficiente a lasciare un’impronta gradevole nella mente dei turisti, che ne riferiranno volentieri a amici e parenti dopo il rientro in patria.
Almeno fino a un certo punto, la superficialità di queste visite alle città è compensata dalla varietà delle esperienze che anche un tour così breve permette: la vista di cime innevate in Svizzera, le vedute di Parigi offerte da un battello sulla Senna, magari una visita di Roma più lenta, e debitamente guidata. Inoltre chi gestisce un tour può talora offrire, a pagamento, servizi di interesse particolare per uno o più partecipanti. Può sorprendere, eppure generalmente i pacchetti turistici – soprattutto quelli più economici – non offrono al gruppo un’occasione di sperimentare le varietà di cibi locali. Per lo più i turisti preferiscono i familiari e rassicurante pasti forniti loro da ristoranti Chinese-friendly.
L’interesse dei turisti per esperienze individuali non accessibili in patria si rivela invece spiccatamente negli acquisti fatti durante il viaggio che, come è ovvio che sia, sono rivolti in primo luogo a prodotti europei i cui prezzi sarebbero proibitivi in Cina. Chi organizza i tour spesso si accorda coi gestori di shopping malls e negozi di vario genere al fine di "scaricare" regolarmente, in cambio di una percentuale, i propri turisti.
Secondo il China Outbound Tourism Research Institute, ad esempio, prodotti come quelli di marca Fendi, Prada, Gucci, Louis Vuitton, Hermès trovano i loro migliori acquirenti in giovani turiste provenienti dalle province cinesi più avanzate; le quali, in effetti, insieme ai prodotti di lusso, ne comprano molti altri d’uso più comune ma di qualità elevata, a prezzi per loro particolarmente convenienti.
È anche in vista di questa dimensione che oggi, per un cittadino cinese, fare turismo in Europa non vuol dire soltanto affacciarsi su un universo di esperienze non accessibili in patria; ma, proprio in questo modo, acquisire simbolicamente, una volta "a casa", una condizione di più o meno spiccato privilegio sociale e culturale. È proprio questo che sposta un numero sempre più grande di turisti dalla Cina verso l’Europa. Tuttavia, anche se la componente low-end di questo traffico turistico continua a crescere in termini assoluti, attualmente è leggermente in discesa come percentuale del turismo Cina-Europa nel suo insieme. Aumenta invece in termini sia assoluti sia relativi la componente high-end, che offre ai clienti servizi più diversi e flessibili.
Nel suo complesso, la crescita totale del traffico turistico Cina-Europa ha subito un rallentamento, dovuto a una decisione dell’Unione europea relativa alla concessione di visti per turisti che deve ora essere più controllata, al fine di "filtrare" gli ingressi nei Paesi dell’area Schengen. In precedenza, la concessione dei visti a turisti cinesi era in buona parte mediata dalle rispettive agenzie, che se ne facevano carico presso i diversi consolati. Oggi però gli aspiranti turisti, viceversa, devono presentarsi di persona a uffici consolari europei per far rilevare le proprie impronte digitali; cosa più impegnativa per chi, risiedendo in parti della Cina in cui quegli uffici sono più rari e distanti, dovrebbe sobbarcarsi il costo, a volte elevato, per raggiungerne uno. Questo ha indotto un numero notevole di potenziali turisti a rinunciare ai loro progetti europei. Ma è in corso l’adattamento delle pratiche di reclutamento di turisti cinesi alla nuova politica dell’Unione europea, che dovrebbe cominciare a produrre i suoi effetti per l’inizio del nuovo anno cinese, nel febbraio 2016.
Riproduzione riservata