Basta prestare attenzione per un momento alla molteplicità delle metafore alimentari che quotidianamente utilizziamo per rendersi conto di quanta potenza antropologica e culturale sia carico il mangiare e di come nel cibo si consumino desideri primari ed emozioni profonde. Del nostro immaginario fanno parte Crono che divora i propri figli, il digiuno del Venerdì santo, le grandi carestie e i serial killer che infrangono il tabù dei tabù mangiando le loro vittime, i volti dei bambini denutriti e i pâté della nouvelle cuisine, i cibi spazzatura e l'esibizione sadica del corpo anoressico. Raffinato godimento, drammatica necessità, patologica ossessione: una inestricabile mescolanza che Paolo Rossi ci racconta magistralmente seguendo i vari modi in cui questo verbo ha segnato la storia dell'umanità.
Paolo Rossi è professore emerito nell'Università di Firenze e membro dell'Accademia dei Lincei. Ha ricevuto nel 2009 il premio Balzan per il suo contributo alla storia della scienza. Tra le sue pubblicazioni con il Mulino ricordiamo "Speranze" (2008), oltre a "Clavis universalis" (1983), "Il passato, la memoria, l'oblio" (1991, premio Viareggio 1992) e "Paragone degli ingegni moderni e postmoderni" (II ed. 2009).
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