«Un momento prima di sparare Rosario sente nella mano, insieme alla pistola, la vita che sta per togliere. È una sensazione che gli va dritta alla testa, una porta che gli spalanca il mondo davanti agli occhi in una luce magnifica». Diego De Silva dà voce così ai pensieri di Rosario, un bambino di undici anni che vive nei sobborghi di una città qualunque, tra giovani spacciatori, capi e capetti dei clan, piccoli e grandi reati; una città dove ogni sguardo e ogni gesto sono un atto di sfida e insieme un pretesto per l’affermazione della legge del più forte, del più coraggioso, del più rispettato. Anche se hai solo undici anni. Quella che racconta De Silva in Certi bambini (Einaudi, 2001) è infatti la storia di un’infanzia negata, vissuta con la naturalezza di chi un’alternativa non ce l’ha o, se ce l’ha, non ha i mezzi per valutare la differenza, perché nessuno glielo ha mai insegnato. Siamo ben prima della pubblicazione del più noto Gomorra di Roberto Saviano (Mondadori, 2006), e, di sicuro, ben prima che la stampa cominciasse a occuparsi di criminalità minorile, oggi al centro dell’attenzione mediatica, spesso associata al cosiddetto fenomeno delle «baby gang». tab. 1
La fotografia mensile del Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia relativa alla criminalità minorile mostra un trend in crescita nell’ultimo decennio. Al centro dell’attenzione bambini, adolescenti e giovani che per provvedimenti di natura penale sono presenti nei servizi minorili residenziali o in carico ai servizi sociali per i minorenni. Alla metà del mese di giugno di quest’anno si tratta di oltre 17 mila persone, di cui circa 13 mila italiani e 4.600 stranieri, che hanno compiuto oltre 46 mila reati, cui vanno sommate 3.019 contravvenzioni e 452 sanzioni amministrative.
I dati relativi alla tipologia di reato mostrano la netta prevalenza di reati contro il patrimonio, che rappresentano il 48,2% del totale. Si tratta soprattutto di furti (11.458) e rapine (4.695). Seguono, in poco meno di un caso su tre, i reati contro la persona: tra questi spiccano lesioni volontarie (5.454) e minacce (1.999). Il confronto dei dati disponibili dal 2007 al 2018 mostra un incremento medio annuo del 3,6%, che sale al 4,1% se si fa riferimento esclusivo all’incremento registrato nel periodo 2017-2018.
[L'articolo completo pubblicato sul "Mulino" n. 4/19, pp. 630-636, è acquistabile qui]
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