Un genitore ci scrive a proposito delle letture per le vacanze consigliate da un insegnante di italiano. Abbiamo chiesto a Claudio Giunta di rispondere.
Cari del Mulino,
quando, nel festeggiare i vostri sessant’anni, nell’ottobre del 2014 organizzaste un incontro sulla lettura a scuola, decisi che, come genitore, avrei dovuto partecipare. E così feci, muovendomi dalla vicina Firenze.
«Comunque leggere», lo avevate intitolato, quell’incontro, chiamando a discutere Silvia Avallone e Claudio Giunta.
Di quella mattinata nel periferico e problematico quartiere Pilastro (per noi non bolognesi noto soprattutto per i fatti terribili della Uno bianca) ho un bel ricordo. Soprattutto per lo scambio, che a me parve sincero e non costruito, che si venne a creare con i ragazzi presenti, tutti mi pare di scuola secondaria superiore.
Ripenso ora a quell’occasione bolognese dopo che mia figlia, studente di liceo classico, è arrivata a casa chiedendomi di procurare, prima delle vacanze, i libri indicati dal suo insegnante di italiano come letture obbligatorie per l’estate.
Non sono molti, in verità, anche se e questi si devono aggiungere tre Shakespeare, naturalmente in inglese. Si tratta della Mandragola di Machiavelli, della Casa in collina di Pavese, di Menzogna e sortilegio di Elsa Morante e, infine, della Locandiera di Goldoni. Poiché mi sono accorta di non avere in casa nessuno di questi testi se non Pavese, ho cercato in prima battuta di procurarmeli in biblioteca. Ma nella nostra biblioteca, che in luglio è aperta secondo un orario puzzle difficilmente memorizzabile (lunedì: chiusa; martedì: 10-12; mercoledì: 14-16; giovedì e venerdì, 10-12; sabato: chiusa) mi hanno detto di non avere Machiavelli (se non in una vecchia edizione delle opere complete oramai illeggibile) e di avere in prestito sia Morante che Goldoni («Sa, sono tra i libri più indicati dagli insegnanti come letture per l’estate»). Così mi sono decisa a ordinare due edizioni economiche su Amazon, cavandomela con la modica cifra di 22 euro e 53 centesimi.
Se ho pensato di scrivervi non è certo per darvi tutti questi dettagli. Ma perché questi titoli mi sono parsi in palese contraddizione con quanto quella mattina di due anni fa si disse: vale a dire che la cosa importante è non disamorare i ragazzi alla letture; e, se possibile, avvicinare chi alla lettura non è punto abituato. Libri agili, possibilmente vivaci, vicini agli interessi dei ragazzi. Ora non ricordo più quali fossero i titoli, ma sia Avallone sia, mi pare, Giunta ne suggerirono alcuni, a me poco noti, ma molto recenti e con tematiche non lontane dall’età tardo adolescenziale.
Mi chiedo dunque, che senso può avere imporre la lettura di un testo totalmente illeggibile come La Mandragola, che nel vecchio e glorioso classico che frequentai io tanti anni fa quasi nemmeno veniva menzionata? A quel punto meglio Il Principe, no? O, ancora, qual è il senso educativo e formativo dell’imporre la lettura (con successiva scheda) delle 700 e passa pagine di una Morante non certo tra la migliore (almeno secondo me)? Insomma, non capisco. E faccio tutto sommato anche un po’ fatica ad adeguarmi.
Comunque domattina i libri da Amazon arriveranno. Anche se ho qualche dubbio che mia figlia potrà mai leggerli davvero.
Un caro saluto e grazie se mi risponderete
Lettera firmata
Gentile signora,
sono d’accordo solo in parte. È vero, come letture estive sono un po’ scontate. Si potrebbero, direi che si dovrebbero dare da leggere – proprio perché è estate – libri un po’ meno punitivi di Menzogna e sortilegio della Morante (che però è un gran romanzo), e la lista sarebbe infinita, e si potrebbe pescare dal Novecento, anche dall’ultimo Novecento, e persino dai giorni nostri (ho appena finito lo splendido Gli anni di Annie Ernaux), oppure dall’Ottocento francese, russo, inglese, che non tradiscono mai. Quindi sì, una scelta un po’ meno scolastica si poteva fare. Però sua figlia fa il classico, e a me sembra anche giusto che sua figlia prenda confidenza con i grandi libri della nostra tradizione, specie quando sono abbastanza leggeri (dico del numero delle pagine): ora, La mandragola è la più bella commedia del Cinquecento, e va letta; La locandiera è una delle grandi commedie di Goldoni, e va letta (io farei leggere la Trilogia della villeggiatura, che è più divertente e attuale, ma vabbè); e La casa in collina non è forse il meglio, tra ciò che si è scritto sulla guerra o attorno alla guerra in Italia, ma è un bel libro amaro, e si legge in un pomeriggio. Voglio dire, dribblata la Morante (è pieno di riassunti, in rete), uno può cavarsela in fretta e passare a Fenoglio, Parise, Sciascia, Borgese (Rubè!), Ginzburg, Pasolini saggista, Silvio D’Arzo, Camus, Bellow, Flaubert, Dostoevskij, Turgenev….
Buona estate
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