Una delle affermazioni più spesso ripetute nel dibattito sui processi di urbanizzazione è quella secondo cui il nostro pianeta è ormai un mondo di città. Con ciò si intende sottolineare un duplice fenomeno. Il primo è di ordine geografico e demografico e riguarda il peso crescente della popolazione mondiale che vive in strutture insediative che possono essere definite urbane: secondo recenti dati del programma delle Nazioni unite per gli insediamenti umani (Un-Habitat), nel 2015 la popolazione globale che vive in aree urbane ha superato il 54% e tutte le previsioni sostengono che questa quota è destinata a incrementarsi ulteriormente nei prossimi decenni, specie nel continenti asiatico e in quello africano. Il secondo fenomeno è di natura socioeconomica e culturale e concerne il fatto che anche la quota di popolazione non urbana in realtà dipende sempre più strettamente dalle città, è collegata ad esse da flussi materiali e immateriali e, in parte, ha stili di vita che assomigliano a quelli che si trovano nelle città. Da questo punto di vista, dunque, sembra lecito sostenere che la città è quasi ovunque e che il nonurbano è destinato a un ruolo residuale. Tutte queste considerazioni non sono certamente prive di fondamento, ma rischiano di offrire una rappresentazione distorta della realtà se non sono accompagnate da un’ulteriore riflessione sulla crescente differenziazione dell’universo urbano. In realtà, quella quota maggioritaria di popolazione che vive in contesti urbani abita in insediamenti tra loro completamente diversi e ha opportunità fortemente squilibrate dal punto di vista del reddito e del lavoro, della fruizione di servizi e di cultura, della possibilità di progettare il proprio futuro. Solo una parte di tali insediamenti mantiene una somiglianza con ciò che nel nostro immaginario (specie in quello dei cittadini europei e ancora di più per gli italiani) corrisponde a una città: un’area densa di popolazione e dotata di una forma riconoscibile e nettamente distinta dal territorio esterno, essendo quest’ultimo costituito dalla campagna o da zone di interesse naturale.
[L'articolo completo, pubblicato sul "Mulino" n. 3/17, pp. 386-394, è acquistabile qui]
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