La mostra Cinematic Bologna, a cura di Home Movies e in collaborazione con l’Istituto storico Parri Emilia-Romagna, in corso in queste settimane presso l’Urban Center di Bologna, rappresenta il primo di una serie di appuntamenti e momenti di approfondimento sul tema della rappresentazione della città. La mostra presenta, mediante molteplici strumenti e dispositivi, una serie di percorsi urbani attraverso le immagini dei film amatoriali girati a Bologna tra il 1950 e il 1980, restituendo in una forma fruibile le rappresentazioni della città prodotte dai suoi abitanti in tempi e con modalità differenti.
L’iniziativa è il risultato di ricerche negli Archivi di Home Movies ed è stata concepita come una mostra laboratorio. Laboratorio come occasione di apertura di una fase che trova per la prima volta ospitalità in spazi tra i principali della città (Urban Center Bologna e Biblioteca Salaborsa), ma anche perché all’interno della mostra verranno programmati incontri, seminari e workshop che s’incrociano e si uniscono in una rete di ulteriori percorsi e progetti condivisi.
Il trentennio prescelto, 1950-1980, rappresenta una stagione contraddistinta dalla crescita economica e sociale, un lungo dopoguerra in cui la città si è ingrandita ed è cambiata sotto la guida delle amministrazioni che si sono susseguite e attraverso il vissuto quotidiano di generazioni di abitanti. Il 1980 rappresenta, anche simbolicamente, un anno di cesura. Con la strage alla stazione la città si trova forse per l’ultima volta così unita, e nel periodo successivo siamo di fronte ad altri scenari. Il periodo che abbiamo scelto è anche quello di maggiore diffusione della pratica cineamatoriale, e quel trentennio costituisce un valido terreno di confronto per i cittadini di oggi.
La mostra si intreccia con un programma di studi poliennale messo a punto dall’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna, assieme a Home Movies e con l’appoggio della Regione Emilia-Romagna, che dedica alla città, più in specifico alla storia delle città dell’Emilia-Romagna nella seconda metà del XX secolo, una particolare attenzione, all’interno di un progetto più generale: Bologna e l'Emilia Rossa. Economia, politica, immaginario e culture tra Guerra Fredda e fine di un sogno in Emilia-Romagna (1947-1989), progetto per la realizzazione di un percorso di studi multimediale, che nel 2015 dovrebbe vedere la realizzazione di un evento finale complessivo.
Il secondo focus dedicato a queste tematiche si è tenuto il 15 dicembre, sempre all’Urban Center di Bologna. Un workshop, dal titolo Mapping the archivi City, ci ha dato l'occasione per introdurre e discutere l'approccio innovativo di Les Roberts (University of Liverpool - The School of Music), che ha esplorato le possibilità e il ruolo delle immagini in movimento nella rappresentazione e nella percezione della città, tra il passato e il presente. Autore di numerose pubblicazioni sulla musica popolare, sul cinema e lo spazio urbano, sull'uso dei nuovi media e sulla cultura visuale, tra cui il sorprendente libro Film, Mobility and Urban Space. A cinematic geography of Liverpool (2012), Roberts ha presentato la sua ricerca per la prima volta in Italia.
L’approccio di Roberts ci è stato molto utile per capire come rivolgerci a quei milioni di metri di pellicola girati dai cinemamatori, ma anche alle altre tipologie di fonti visive, che messe insieme ricostruiscono uno sguardo particolare sulla città. Nel pomeriggio con l’aiuto di Pierre Sorlin (Università di Paris-Sorbonne Nouvelle) abbiamo analizzato alcuni casi particolari legati alla città di Bologna. Ricostruendo e rimontando le riprese di un ingegnere bolognese che nel 1969 ha filmato per la sua tesi di laurea la tangenziale di Bologna, allora sorta da pochissimi anni, abbiamo scoperto e analizzato il rapporto tra città e campagna in quegli anni, e le trasformazioni che la tangenziale ha prodotto sulla città.
Ci sono anche questioni di metodo, quando ci si avvicina alle fonti audiovisive per ricostruire una storia, ad esempio il cinema amatoriale da solo “parla” poco, ma con un opportuno lavoro di rimontaggio e di confronto con altre fonti rappresenta sicuramente uno strumento straordinario di conoscenza e ricostruzione del passato. Il lavoro di ricostruzione “cinematica” è dunque per ora dedicato alla città, alla storia delle trasformazioni urbane dal secondo dopoguerra ad oggi, ma anche all’idea di città che si è andata sviluppando nel tempo, alla rappresentazione, ai modelli, al rapporto tra città e politica, al tema della città pubblica e all’idea di città sostenibile che viene dai cittadini. Questo ci sembra un aspetto chiave per comprendere alcune delle peculiarità della storia dell’Emilia-Romagna che vogliamo indagare.
Nella primavera 2013 è previsto un secondo workshop sul tema nel quale esperti di varie discipline tenteranno di ricostruire un quadro problematico della storia e del ruolo della città nella seconda metà del novecento. Si metteranno a confronto alcune città dell’Emilia-Romagna, in particolare Bologna e Reggio Emilia, ma non solo. Storici urbani, geografi, storici dell’architettura e esperti di cinema si confronteranno e i risultati contribuiranno a fornire un primo tassello importante del nostro progetto complessivo.
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