Altiero Spinelli non era un ideologo del federalismo ma piuttosto l’ispiratore, l’animatore e l’agitatore di quella rivoluzione che ha segnato la vita dell’Europa dal 1941 in poi con l’abbandono del principio "rex est imperator in regno suo", sostituito da quello tutto nuovo della sovranazionalità.La sua ispirazione non era solo politica ma anche culturale, urgente e necessaria nel mondo accademico, della ricerca e della politica che in Italia, forse più che in altri paesi europei, appariva sordo alla dimensione europea ed internazionale.

 Da quest’approccio allo stesso tempo culturale e politico nascono negli anni sessanta a Bologna il laboratorio del Mulino ed a Roma il laboratorio dell’Istituto Affari Internazionali.

L’uno e l’altro hanno contribuito alla maturazione e alla diffusione della cultura europea in Italia nel quadro di un mondo in veloce e continuo mutamento.

La rivista “il Mulino”, che dalla sua nascita anima e alimenta il dibattito politico e culturale nel nostro Paese, ha accompagnato le vicende politiche del processo di integrazione, a volte criticandone l’evoluzione, in altre anticipando possibili soluzioni alle crisi che l’hanno investita, a volte lanciando proposte, molto spesso su ispirazione dello stesso Altiero Spinelli, per trasformare le Comunità europee negli Stati uniti d’Europa. In breve, un contributo costante e non banale di idee e riflessioni.

Dopo il fallimento del Progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea nel 1984 e la morte nel 1986 di Altiero Spinelli, padre di quel progetto, “il Mulino” comprende, anche grazie all’iniziativa del capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Gerardo Mombelli, che è necessario investire maggiori energie intellettuali sul progetto europeo. Si apre la stagione, purtroppo breve, del “Mulino Europa”, che ospita contribuiti autorevoli per accelerare l’integrazione politica dell’Europa.

Finita quell’esperienza, la rivista mantiene la sua bussola culturale orientata alla dimensione politica e culturale europea promuovendo nel 2001 una Conferenza internazionale che fa convergere a Bologna i responsabili delle più importanti riviste culturali del Vecchio Continente o organizzando seminari di riflessione politica nel periodo in cui un suo esponente di spicco, Romano Prodi, presiede la Commissione europea.

Dopo la caduta della Costituzione europea nel 2005 e l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, l’Europa continua a dimenarsi all’interno di una crisi economica e politica che i leader politici tardano ad affrontare con la necessaria forza, mentre riaffiorano vecchie diffidenze e fioriscono nuove tendenze antieuropee.

In Italia, come altrove del resto, assistiamo con sgomento a fenomeni politici e culturali che tentano di spingere il nostro Paese indietro nel tempo allontanandoci dall’Europa e dall’ispirazione politica e culturale di Spinelli.

Anche il laboratorio di idee che ruota intorno al gruppo del Mulino – non solo la rivista, ma anche l’editrice e l’Associazione tutta – dovrebbe riflettere su un aggiornamento di quel ruolo di ispiratore forgiato da Spinelli, per attrezzarsi a respingere gli attuali tentativi di gettare l’Italia indietro nel tempo.