Premessa. Dopo avere appreso dell’intenzione di Daniel Baremboin di recarsi a Teheran alla guida dell’orchestra berlinese della Staatskapelle, la ministra israeliana della Cultura Miri Regev ha tuonato, anche in un post sul suo profilo Facebook, con dichiarazioni di fuoco contro un’azione che, a suo dire, metterebbe in pericolo la sicurezza dello Stato di Israele.
Dopo l’accordo sul nucleare iraniano, una tale apertura da parte di un’orchestra tedesca guidata dal grande direttore di nazionalità israeliana (ma di fatto attivo da molto tempo per la causa della pace e nei confronti dei palestinesi) farebbe il gioco degli avversari di Israele.
Ora, dopo questa indispensabile premessa, con un grande balzo della vostra fantasia e provando a incrociare la mia (lo ammetto, molto grande), immaginatevi che a Ginevra, in luogo dell’acceleratore di particelle dell’atomo, si trovi un acceleratore di particelle dell’antisemitismo. Israele fu progettato, alla sua fondazione, come un deceleratore dell’antisemitismo e, proprio in quegli anni, si materializzava un altro deceleratore, parallelo allo Stato degli ebrei: il socialismo. Non era possibile immaginare una situazione più favorevole al popolo ebraico: contadini, operai, che non erano mai esistiti, combattevano per la prima volta, la loro lotta di classe contro il capitalismo ebraico e quello degli altri.
Il destino ha voluto che la Nazione degli ebrei e quel che restava del socialismo si mettessero a funzionare da acceleratori di particelle dell’antisemitismo anziché da deceleratori. Ecco perché noi ebreucci protoni corriamo sempre più veloci in un circuito senza via d’uscita, adesso che si è scoperto che il tunnel dei neutrini della signora Gelmini non esiste. Corriamo sempre più veloci senza sapere dove andremo a sbattere.
Daniele Barenboim è un grande Direttore d’orchestra israeliano, i Berliner sono una delle migliori orchestre del mondo: utilizzare anche loro per fare un’immensa frittata non è sensato né tollerabile
Credo che Netanyahu e i suoi accoliti di governo siano magneti da milioni di miliardi di elettrovolt. Dei destini di un governo di imbecilli micidiali non me ne può importare di meno. Israele è nel guazzabuglio del Medioriente e non so proprio che cosa potrebbe fare per cavarsela. Ma di una cosa sono assolutamente certo, anzi di due: Daniele Barenboim è un grande Direttore d’orchestra israeliano, i Berliner sono una delle migliori orchestre del mondo: utilizzare anche loro per fare un’immensa frittata non è sensato né tollerabile, qualunque sia il giudizio sugli ayatollah (e il mio è pessimo). Inoltre, è sicuro al cento per cento che agli ayatollah non gliene importi nulla né Barenboim né della musica sinfonica; quindi gli acceleratori di sventura ce l’hanno con Angela Merkel, con Barack Obama e con me.
Quel che non so è il programma del possibile concerto: se Barenboim cominciasse con l’inno nazionale israeliano seguito da Babijar di Shostakovich, credo che agli imbecilli micidiali non gliene potrebbe importare di meno, perché l’unica musica che apprezzano è il «dindin» dei vuoti a rendere che la signora Netanyahu intasca per conto dello Stato.
Io poi una via sicura d’uscita l’ho sempre: sembra che in una piazzola dell’autostrada Vienna-Budapest sia parcheggiato un furgone di pollame. Nessuno lo ha notato ancora, io mi c’imbarco sopra e sbarco in Scandinavia alla faccia di chi ce l’ha con me.
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