La cooperazione militare che rinforza l’asse con Mosca. Nonostante l’impatto della crisi, negli ultimi anni l’Asia pacifica ha assistito a un generale sviluppo economico che in modi diversi sta cambiando l’aspetto della regione.
L’attenzione europea, come noto, è focalizzata sulla crescita cinese, ma forse questo atteggiamento rischia di far dimenticare altrettanti miracoli economici che riguardano i Paesi limitrofi. Il caso più eclatante è forse quello del Vietnam, il cui peso economico e politico è aumentato considerevolmente negli ultimi anni. Finita l’epoca della guerra (1965-1975) e archiviata una serie di tensioni con i vicini, il Vietnam si è orientato verso un’apertura dell’economia (doi moi, o «rinnovamento») che, a partire dalla metà degli anni Ottanta, ha trasformato l’aspetto del Paese. Di pari passo alla crescita economica, però, si sono incrementati anche il peso politico e le ambizioni del Vietnam, che oggi si presenta come una delle potenze emergenti nell’Asia pacifica.
Gli interessi di Hanoi si dirigono in due direzioni. Il primo verso Ovest, ovvero mantenendo buone relazioni con i confinanti Laos e Cambogia; il secondo, ben più importante, è la sfida a Est, ovvero la delicata partita che riguarda il mar Cinese meridionale. Qui diversi Stati si contendono il controllo dei piccoli affioramenti noti come isole Parcels e isole Spratly, ma, soprattutto, delle potenziali risorse naturali che si potrebbero trovare nei relativi fondali. Questi contenziosi stanno portando a un veloce riarmo nella regione, guidato dalla Cina, che recentemente ha molto incrementato le capacità di superficie e subacquee della marina militare.
Proprio il recente riarmo cinese sta contribuendo a rafforzare l’intesa russo-vietnamita, che il 6 marzo è stata al centro della visita del ministro della Difesa russo in Vietnam. Le relazioni (anche militari) fra Mosca e Hanoi sono sempre state buone, ma l’intensificazione dei rapporti negli ultimi anni fa pensare alla nascita di una vera e propria intesa geopolitica fra i due Paesi, come spesso ricordato nelle diverse visite bilaterali, compresa quella del primo ministro Medvedev, effettuata a novembre 2012. L’intensificarsi della cooperazione politica ed economica ha così (ri)aperto la strada alla cooperazione militare, tema oggi di primaria importanza per la geopolitica vietnamita. Per sostenere la sfida nel mar Cinese meridionale è indispensabile possedere assetti navali adeguati, moderni e capaci di navigare anche lontani dalle coste per lunghi periodi. In altri termini, quindi, le obsolete unità costiere della marina vietnamita rischiano di essere inutili per pattugliare le isole contese. L’ammodernamento tecnologico della flotta è un prerequisito essenziale per poter avanzare e sostenere le rivendicazioni politiche nel mar Cinese meridionale.
La recente visita del ministro della Difesa russo si inquadra perfettamente in questo scenario, approfondendo ulteriormente quanto già pattuito dai due Paesi nel 2009. In quell’anno il Vietnam concluse con la Russia un contratto da circa 3,2 miliardi di dollari avente a oggetto la fornitura di sei sommergibili diesel della classe Kilo, che dovrebbero cominciare a entrare in servizio già dal 2013/2014. Sebbene non si tratti di unità all’avanguardia (i primi entrarono in servizio in Urss negli anni Ottanta), per il Vietnam l’arrivo di questi sottomarini rappresenta una svolta strategica, poiché permetterebbe a Hanoi di acquisire capacità subacquee che fino a oggi non erano presenti nella marina militare. Allo stesso tempo i nuovi sommergibili potrebbero permettere di pattugliare le acque contese, monitorando le mosse degli avversari e, soprattutto, contrastando le manovre dei sommergibili cinesi, molti dei quali sono dislocati in una base dell’isola di Hainan, vicina alle aree contese.
La partnership strategica con Mosca, però, non si ferma alla mera fornitura di mezzi. Come ricordato nel corso della recente visita, la Russia garantirà anche addestramento e formazione al personale della marina vietnamita, e non sono da escludere ulteriori sviluppi in materia di armamenti, non solo navali. La cooperazione militare Hanoi-Mosca, quindi, diventa parte di una più complessa relazione politica che sta cambiando gli equilibri dell’Asia pacifica, e che sta preoccupando sempre di più la Cina. Sebbene il Vietnam non possa raggiungere i livelli militari della vicina Repubblica popolare, ormai non può più essere considerato un contendente militarmente irrilevante: Pechino è avvisata.
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