C’è un’oscura traccia nascosta nell’indignazione contro l’indignazione per aver scambiato Magic Johnson e Samuel L. Jackson per due “semplici” migranti, con tutto il corredo di oscenità a proposito dei 35 euro giornalieri che i due ritratti nella foto sarebbero stati a godersi in quel di Forte dei Marmi, esclusiva località balneare della Versilia. Una fake news costruita ad arte, pare dalla ex modella ed ora esponente di spicco di CasaPound Nina Morić. Molti, si è sostenuto, ci sarebbero cascati, rendendo l’immagine “virale”, come si dice, ossia in molti avrebbero presa per vera la fotografia (o piuttosto la didascalia), non riconoscendo le due star planetarie, vestite invero in modo piuttosto “sportivo”.
Ebbene, proprio chi non ci è cascato ha fatto sentire forti lai perché la solita canaglia aizzata sui social si sarebbe lasciata abbindolare da una didascalia falsa, abboccando alla panzana e rilanciando nel contempo la leggenda metropolitana che vuole i migranti (senza distinzione) "ospiti" dell’Italia a sbafo. Naturalmente, l’enormità del fatto non consiste soltanto nella circostanza che i due in realtà non erano affatto dei migranti o richiedenti asilo, ma degli "extracomunitari" di alto rango, statunitensi in visita e in giro per shopping, come dimostrano le buste griffate appoggiate accanto ai due personaggi seduti sulla panchina. Come se, peraltro, anche qualora fosse vero (e, come dovrebbe essere noto, non lo è) ci si potrebbe godere la vita con un pocket money giornaliero da 35 euro (laddove il pocket money è di poco più di 2 euro, in realtà, andando il resto alla complessa macchina dell’accoglienza).
Quello che tuttavia mi ha colpito, tornando all’inizio, è che qualcuno si sia indignato proprio perché i boccaloni non avrebbero riconosciuto i due vip, scambiando in modo marchiano due personaggi universalmente noti con due sbarcati in Italia in fuga dalla guerra o alla ricerca di qualche possibilità di lavoro e di sussistenza.
Il sarcasmo di Mauro Biani, vignettista per "il manifesto", ha fatto deflagrare il fastidio per un certo tipo di indignazione. Come recita il testo di una sua vignetta, “la gente è scema – ma come si fa a scambiare un attore e uno sportivo famosi con due negri?”. In fondo è quello a cui pensavo da giorni: Magic e Samuel L. non sono “due negri”. Torna alla mente Frantz Fanon che commenta il romanzo di Margotte Capecia e sostiene che in fondo un “negro” che guadagna un milione di franchi diventa bianco. Questo passaggio mi fa pensare all’insufficienza di una chiave di lettura della discriminazione e del razzismo che utilizzi un approccio unifattoriale: il colore della pelle, ma anche l’essere donna o gay, per fare altri esempi.
In realtà, ciò che occorre chiarire è che la discriminazione è intersezionale, ossia che per scovarla vanno intersecate le varie forme di pregiudizio e di stigmatizzazione che la producono. Non basta il colore della pelle, o il genere. Certo coloro che appartengono a categorie discriminate potrebbero raccontare di aver subito angherie anch’essi, e non sarebbe difficile credere – non conosco le loro biografie – che Jackson e Johnson nella loro vita siano stati vittime di soprusi e di razzismo, anche quando già avevano raggiunto fama e ricchezza.
Eppure quello che salta all’occhio è che la “semplice” caratteristica etnica non basta a fare di due persone due discriminati, due poveracci, due “negri”. Magic Johnson e Samuel L. Jackson sono ancora “negri”? La loro condizione di “classe” non mette in questione, per intersezione, la loro mera appartenenza a una categoria classicamente vittima del razzismo come le persone di colore?
Ecco, come avete osato confondere due bianchi come Magic e Samuel per due “negri”?
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