Il 1968 – nessun’altra data della storia recente riesce a sollevare ancor oggi, sia nell’Europa occidentale che in quella orientale, emozioni così intense, dibattiti così accesi. Ciò vale in particolar modo per l’Italia e la Germania, dove fin dalla seconda metà degli anni Sessanta governi, partiti e assetti istituzionali furono posti di fronte a proteste sociali e politiche il cui decorso fu inizialmente pacifico, ma che in seguito, dopo i mesi «caldi» del 1968, conobbero un’escalation in forme sempre più violente. Vennero così alla luce i profondi deficit di legittimazione presenti anche nelle democrazie parlamentari, in particolare in quelle che erano emerse da un passato fascista, come la Germania e l’Italia. Proprio in riferimento a questi due paesi il volume si propone di mettere a fuoco circostanze, cause e conseguenze della protesta sociale e della violenza politica. Indagando le motivazioni delle proteste di massa in entrambi i paesi e le possibili ragioni per la loro degenerazione violenta, apre nuove prospettive per una storia comparata del terrorismo di sinistra nelle due democrazie post-fasciste e presenta le prime riflessioni su fenomeni di influenza e «transfer» reciproci.
Christoph Cornelißen insegna Storia contemporanea presso l’Università di Francoforte. I suoi ambiti di ricerca sono la storia dell’Europa nel XIX e XX secolo, la storia della storiografia e la storia della cultura della memoria. Brunello Mantelli insegna Storia contemporanea e dell’Europa presso l’Università di Torino. Visiting professor in varie università tedesche, ha coordinato la ricerca sulla deportazione dall’Italia nei campi di concentramento e di sterminio nazisti sfociata nella collana «Il libro dei deportati». Petra Terhoeven insegna Storia dell’Europa contemporanea presso l’Università di Göttingen. Si occupa di storia del fascismo italiano, storia del terrorismo, storia di genere e Visual History.
Riproduzione riservata