Curato da Paolo Pombeni, si intitola Macinare la Prima Repubblica.«Il Mulino» e l'evoluzione del sistema politico italiano ed è composto da un'ampia introduzione del direttore e da cinque parti che ripercorrono le posizioni dei collaboratori della rivista in altrettante cesure nella storia della nostra Repubblica: Il centrosinistra, Il Sessantotto, Il divorzio, Il caso Moro, La grande riforma.
Ciascuna di esse è introdotta dal contributo di uno studioso contemporaneo (rispettivamente: Michele Marchi, Daniela Saresella, Anna Tonelli, Guido Formigoni, Giovanni Mario Ceci), cui fanno seguito alcuni articoli (di Luigi Pedrazzi, Giorgio Galli, Nicola Matteucci, Arturo Parisi, Pietro Scoppola, Gianfranco Pasquino, Roberto Ruffilli, Edmondo Berselli) tratti dall’archivio della rivista e pubblicati tra il 1957 e il 1991.
«Lo scopo di questo volume – scrive Paolo Pombeni in apertura della sua Introduzione – è offrire alla nostra memoria collettiva, piuttosto atrofizzata ultimamente, la possibilità di ripercorrere l’apporto che gli intellettuali riuniti intorno alla testata bolognese diedero all’analisi del processo di evoluzione del sistema politico italiano. [...] Stiamo considerando più di un trentennio e la presenza nel dibattito pubblico degli autori che si
esprimevano sulle sue pagine fu costante (la pubblicazione ebbe per la maggior parte di questo tempo una cadenza bimestrale), ma anche tutt’altro che univoca (quasi tutti si esprimevano anche in altre sedi pubblicistiche e accademiche). Il Mulino non era, né come "associazione di cultura e politica", né come redazione (non tutti i membri della seconda appartenevano alla prima), una setta con qualche forma di centralismo che dava la linea (come si usava dire a quei tempi per i partiti). Stiamo parlando di persone che avevano storie, posizioni e ruoli diversi, orientamenti ideologico-culturali distinti e che intervenivano con grande libertà in un confronto dialettico interno e in rapporto con il più generale dibattito che si svolgeva nel Paese.
Tuttavia, avendo ripercorso alcuni momenti che consideriamo salienti e topici, ci sembra di poter affermare che esiste un filo conduttore che interconnette il lavoro intellettuale degli autori che intervengono, ma soprattutto che esprime "il senso" di quel che voleva essere una rivista [come "il Mulino"]. [...] In senso generale questo filo è la convinzione che il sistema politico-sociale italiano uscito dal crollo del fascismo e dalla ripresa di attività di una "democrazia dei partiti" non potesse presentarsi come predefinito dall’eredità della prima metà del Novecento. La contrapposizione fra conservazione (moderata) e rivoluzione progressista era schematica e non rispondeva alle domande di una società in profonda evoluzione. Per questo, come ricorderemo fra poco, i soci fondatori dell’impresa rifiutavano di accettare l’obbligo che sembrava imposto dalle tendenze del momento a schierarsi o da una parte o dall’altra: l’intellettuale "impegnato" (anzi engagé, come si usava dire allora) non doveva essere organico a una
delle schematiche grandi parti della divisione novecentesca. Doveva rifiutare la sudditanza alle egemonie che entrambe cercavano di imporre e tentare invece di capire perché il quadro sociale, economico e di conseguenza politico si stesse evolvendo in maniera così significativa e al tempo stesso inattesa e dove potesse approdare per produrre un equilibro migliore nell’interesse generale».
L'eBook è in vendita (a 4,99 euro) sul sito del Mulino, su Amazon, su Ibs e altri store online.
Questo eBook fa parte della collana Plurali, che è stata inaugurata da Ucraina. Una ferita al cuore dell'Europa ed è proseguita con Orrore, schifo, guerra. L'aggressione all'Ucraina nelle parole dei bambini russi e Un futuro nato male. La mancata transizione italiana nelle pagine del «Mulino».
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