Scrivere sulla Germania agli inizi del 2017 è un esercizio congetturale rischioso. Ma va tentato, anche se tra un anno, post festum, molti ci spiegheranno perché doveva andare così, e si ironizzerà sulla nostra imprevidenza. L’imprevedibilità è la cifra del 2017, non solo per i tedeschi. Lo è per la politica internazionale nel suo insieme, per l’Europa e quindi per lo stretto nesso tra Germania ed Europa. Nulla di nuovo – si dirà. Di questo nesso infatti si parla da sempre. In questi ultimi anni poi in maniera insistente per la ripresa del tema «egemonia tedesca». Il corso del 2017 ci mostrerà se e come si confermerà e si esprimerà questa egemonia dai molti aggettivi (riluttante, vulnerabile, geoeconomica o geopolitica o semplicemente semi-egemonia). Si constaterà quanto sia logorato il dilemma sempre ripetuto «Germania europea o Europa germanica» dietro al quale si sono fatti tanti discorsi nominalistici e retorici.

La prima variabile decisiva di questa imprevedibilità è rappresentata dalla sequenza delle elezioni nazionali – in Francia, Olanda e in Germania (in settembre, preceduta da una serie di consultazioni in alcuni Länder importanti). «L’anno delle elezioni» 2017 sarà specificamente «l’anno dei populismi», «l’anno delle paure» prodotte dal terrorismo e dalla migrazione – fatalmente collegati nella testa della gente? O, in prospettiva rovesciata, sarà «l’anno del risveglio dei popoli dell’Europa continentale» – come ha assicurato Marine Le Pen alla prima grande adunata dei populisti europei (a Coblenza, il 21 gennaio) nel momento stesso in cui si dichiarano senza remore nazionalisti? Intanto è già iniziato «l’anno di Trump», che annuncia lo scombussolamento dei rapporti internazionali. Il Leitmotiv del suo discorso di insediamento alla Casa Bianca («America first») ha spiazzato e ammutolito gran parte dei governi europei – compreso il governo di Berlino.

Intanto le dichiarate ambizioni della premier inglese per realizzare la hard Brexit hanno già fatto ipotizzare una «anglosfera del nuovo millennio» che metterà radicalmente in gioco, insieme con il ruolo del l’Europa continentale, la consistenza dell’egemonia tedesca. The resa May contro Angela Merkel?

 

[L'articolo completo, pubblicato sul "Mulino" n. 1/17, pp. 24-31, è acquistabile qui]