Stelle di Natale, slitte trainate da renne, Santa Klaus vestito di rosso, giochi pirotecnici, champagne per brindare al nuovo anno: queste son le cose che ci vengono in mente quando viviamo le festività natalizie e di fine anno. Ma in Italia “il governo del fare”, impegnato in una titanica opera riformatrice, ha posto all’attenzione dell’opinione pubblica, in questo scorcio finale del 2010, una tematica di rilievo: i giochi di prestigio. L’esempio più alto è stato fornito dalla vicepresidente del Senato, esponente della Lega, la senatrice Rosi Mauro, durante il dibattito sulla legge Gelmini di riforma dell’Università. La senatrice Mauro deve avere una non piccola parte di sangue napoletano (e fors’anche marocchino) nelle sue vene. In fondo siamo tutti un po’ meticci. E così nel presiedere quella seduta ha tratto spunto dal gioco delle tre carte, reinterpretandolo creativamente e trasformandolo nel gioco dei sette emendamenti. Carta vince carta perde è così diventato “emendamento approvato emendamento respinto”. Un punto le è sfuggito: il calcolo combinatorio su 7 è ben più complesso del calcolo combinatorio su 3. Così il gioco illusionistico le è sfuggito di mano e la seduta è stata sospesa nell’imbarazzo generale. A conferma che i giochi di prestigio ledono il prestigio delle istituzioni. Pare che adesso la vicepresidente del Senato sia in vacanza nel Mediterraneo, in giro per mercati, ad apprendere l’arte del gioco delle tre carte.
Ben più semplici erano stati i giochi illusionistici di due ministre del governo Berlusconi, Carfagna e Prestigiacomo. Si trattava in quei casi di facili giochi di prestidigitazione: il ministro si dimette, il ministro resta. Nel breve volgere di poche ore una cosa si trasforma nell’altra. Nella scuola politica del Pdl stanno perfezionando la tecnica. Abbreviare i tempi fra l’annuncio delle dimissioni e la conferma in carica, in modo da non dar tempo di accorgersi della prestidigitazione. E’ stato chiamato a insegnare queste tecniche, fra l’altro, il ministro Bondi, che al Senato si è anche esibito nell’esercizio del voto elettronico per il collega Sacconi, momentaneamente assente. Sapevamo tutti delle doti del ministro come poeta, ma siamo stati piacevolmente sorpresi della sua abilità come pianista: è forse ancora più bravo. La voce che circola con insistenza di dimissioni a gennaio dipende forse dalla sua volontà di dedicarsi a questa nuova vena artistica? Del resto, votare per un assente significa risolvere un caso umano, fare un favore a un amico.
Intanto, mentre su queste tematiche ferve il dibattito all’interno del Popolo della libertà, qualche anticipo sui fuochi di fine d’anno si è avuto con le bombe inviate alle ambasciate romane di Cile, Grecia e Svizzera. E, per non essere da meno, in ambienti giornalistici notoriamente vicini al presidente del Consiglio, si è lanciato il botto (o Boffo?) di fine anno. Ci sarebbe un complotto per ferire il presidente della Camera Fini in modo da far ricadere le colpe su Berlusconi. Si tratterebbe di una serie di atti terroristici programmati per capovolgere la volontà del popolo che, sovrano, ha scelto la sua guida. Anche il ritardo di ben dieci ore che ha colpito il centravanti del Milan Robinho in volo per il Brasile, secondo i bene informati, rientrerebbe in questo scenario. Ha ben ragione dunque il presidente del Consiglio a dichiarare che le elezioni anticipate sarebbero una sciagura per il Paese. Chi può dargli torto, visti i risultati che abbiamo avuto con le ultime elezioni anticipate del 2008 seguite alla caduta del governo Prodi? In realtà, il nostro premier lavora, in silenzio, per il bene del Paese. Sebbene la stampa, soprattutto quella estera, mai ben disposta nei confronti dei nostri governanti, abbia sottolineato con perfidia che Berlusconi, preso com’è dai suoi problemi personali, si è ben guardato dal fare alcun commento o dichiarazione per rassicurare il Paese sulle bombe alle ambasciate, a noi pare invece che il premier sia sinceramente preoccupato. A quasi tutti è sfuggito infatti come egli abbia proposto subito, nella conferenza stampa di fine anno, una commissione d’indagine parlamentare sull’associazionismo eversivo nella magistratura. Una pronta risposta agli attentati dinamitardi degli ultimi giorni.
Auguri, Italia! E coraggio. Perché, come diceva Eduardo, “a ddà passà a nuttata”.
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