Devo ammettere che faccio una certa fatica a prendere fino in fondo sul serio la questione della “agibilità politica” (come si dice ora) di Silvio Berlusconi. Trovo difficile immaginare che una persona che ha a disposizione i mezzi su cui può contare il capo del Pdl si trovi in seria difficoltà nell’esercitare la propria influenza, anche se fosse obbligato a lasciare il proprio seggio in Parlamento, e persino se fosse costretto agli arresti domiciliari. C’è una curiosa incongruenza fra i toni drammatici – e spesso sgradevolmente truculenti – con cui i suoi numerosi e veementi difensori sostengono la causa di Berlusconi e la realtà di una situazione che, anche se si evolvesse nel modo peggiore dal punto di vista dell’interessato, lo lascerebbe comunque libero di esprimere la propria opinione, e quindi di partecipare alla vita politica del Paese. La mia sensazione è che porre il problema dell’agibilità politica di Berlusconi come è stato fatto in queste settimane sia in realtà un modo per ottenere una sorta di immunità giustificata in base al principio che l’esecuzione di una condanna penale come quella recentemente confermata dalla Cassazione lederebbe l’autonomia della politica dalla giurisdizione. Mi pare che questa sia l’idea che c’è dietro il richiamo alla “sovranità popolare” spesso confusamente evocata dai difensori del capo del PdL.
Non ci vuole molto a capire che, se le cose stanno effettivamente in questo modo, le conseguenze cui andremmo incontro sarebbero di straordinaria gravità. Non si può affatto escludere che una situazione come quella in cui ci troviamo attualmente si riproponga nel futuro prossimo. Anche perché lo stesso Berlusconi non ha mai fatto nulla per dare una soluzione credibile al conflitto di interessi che è all'origine dell'interferenza buona parte delle sue disavventure giudiziarie e dei suoi destini politici. Cosa accadrebbe se un altro processo giungesse a conclusione con una nuova condanna? Cosa impedirebbe anche in questo caso ai difensori di Berlusconi di porre nuovamente il problema dell’agibilità politica? Se di principio si tratta, la forza normativa delle considerazioni che si vorrebbero affermare oggi rimarrebbe inalterata. Le conclusioni da trarne dovrebbero dunque essere le stesse.
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