Gli anniversari, al di là del loro uso giornalistico, possono essere stimoli per riflettere su un passato con cui non abbiamo ancora fatto bene i conti, non almeno alla luce di quello che ci mette a disposizione il passare del tempo, o, per dirla in termini più aulici, la distanza storica.
Tra gli anniversari che si possono utilizzare a questo scopo due si collegano tra loro: sono trascorsi cent’anni dal 1919, l’anno che vide il tentativo di «sistemare il mondo» dopo lo scossone della Prima guerra mondiale, e trenta dal 1989, quando quella «sistemazione», aggiornata da una successiva grande guerra, andò in pezzi. Non sono mancati, come è noto, coloro che hanno visto in questo lasso di tempo il realizzarsi di un ciclo quasi apocalittico (nel senso tecnico del termine: una rivelazione drammatica): Eric Hobsbawm ha parlato di un «secolo breve», perché racchiudeva il XX secolo fra il 1917, anno della rivoluzione bolscevica, e il 1989, anno della brutta fine di ciò che aveva rappresentato quell’esperienza; Francis Fukuyama ha parlato di «fine della storia» perché veniva meno il grande scontro interno alla civiltà della rivoluzione politica, quello fra il liberalismo e il socialismo realizzato.
Gli specialisti avrebbero da ridire su queste semplificazioni di prese di posizione ben più complesse, ma qui non mi interessa la filologia del pensiero di questi due autori o di altri che hanno più o meno seguito le loro orme. Vorrei invece limitarmi a offrire una pista di riflessione sulla trasformazione che si è avviata soprattutto nel mondo occidentale nei fatidici settant’anni che prendo in considerazione. Sono consapevole che se allargassimo il nostro sguardo ad altre aree del mondo la storia avrebbe coloriture e torsioni diverse, ma non ho gli strumenti per entrare a esaminare culture e contesti che sono diversi dai nostri. Mi permetto però di rilevare che quanto avvenne in «Occidente» si impose in quell’epoca comunque come un riferimento, magari dialettico, a volte polemico, anche nelle altre aree del mondo.
[L'articolo completo, pubblicato sul "Mulino" n. 1/19, pp. 91-98, è acquistabile qui]
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