editoriale
Una rivista di cultura e politica, qual è «il Mulino», non può che continuare a fare, come meglio riesce e come meglio crede, il proprio lavoro di analisi e di proposta. Così è anche in questo numero, che viene pubblicato, per citare il libro di Wolfgang Streeck richiamato da Michele Salvati, mentre la crisi del capitalismo democratico è solo rinviata. In particolare, segnaliamo alcuni contributi. Gli interventi dedicati alla prossima legge elettorale, tanto necessaria e invocata a più riprese quanto ancora lontana dalla sua compiuta realizzazione (Melis, Orsina, Panebianco, Pasquino). E quelli sullo stato della scuola italiana e della cultura classica, a partire dalla proposta molto bene argomentata di ridurre da cinque a quattro gli anni delle superiori (Ferratini) sino alle analisi che aprono e che chiudono il numero: Bettini sul ruolo dei classici; Asor Rosa, Esposito e Galli della Loggia con il loro appello per le scienze umane. Per finire, una segnalazione va all’articolo di Roberto Mania che, senza troppi giri di parole e con molta diretta efficacia, individua le responsabilità di una parte importante della classe imprenditoriale italiana nella gestione fallimentare di uno dei drammi più veri e pieni di conseguenze di questi anni: quello del lavoro.
A che punto siamo nel cammino sulla strada verso la normalità? Anche in questo numero abbiamo voluto individuare temi e proposte per comprendere e analizzare il complicato percorso che il nostro Paese sta compiendo.
In apertura, in questo fascicolo Michele Salvati svolge un ragionamento economico e insieme molto politico sul futuro dell’Europa a partire dal futuro dell’euro. Il suo articolo tratta della necessità di affrontare tanto il problema dell’attuale fase recessiva, quanto quello delle riforme necessarie a dare una prospettiva di sviluppo nel lungo periodo.
“Conoscere per deliberare”, intima un vecchio adagio. Questa la principale missione della nostra rivista, che si manifesta in questo numero sia nel saggio di apertura, affidato a Paolo Pombeni, sia nei quattro dedicati al presidente della Repubblica (il primo dei quali, di Enzo Cheli, scaricabile liberamente), sia in quelli inclusi nel “caso italiano”, cui vanno aggiunti il “confronto” sui laureati in Italia, l’articolo di Settis su L’Aquila e quello sul bilancio comunitario di Quadrio Curzio.
Aperto da un ampio articolo di Nadia Urbinati, questo fascicolo ospita molta economia, ma anche interventi di analisi politica. Sul voto alcune prime considerazioni vengono dal consueto lavoro di ricerca dell’Istituto Cattaneo.
Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità hanno messo in luce come molti dei problemi italiani vengano da lontano. È il caso della perenne questione meridionale, affrontata da Paolo Macry nel pezzo di apertura (liberamente scaricabile dal sito).