editoriale
Aperto da un ampio articolo di Nadia Urbinati, questo fascicolo ospita molta economia, ma anche interventi di analisi politica. Sul voto alcune prime considerazioni vengono dal consueto lavoro di ricerca dell’Istituto Cattaneo. Ma su molti altri aspetti il «caso italiano» fornisce analisi di primo piano: la mancata crescita, il difficile rilancio di una politica industriale, le difficoltà economiche che colpiscono in particolare i più giovani (questo articolo è scaricabile liberamente dal sito). Allargando lo sguardo, «l'Europa antieuropea» si occupa del caso austriaco, e una lettura della governance dell’Unione ci viene da Jean-Claude Trichet. Sul fronte internazionale, tre articoli approfondiscono gli sviluppi delle rivoluzioni arabe, mentre viene posta attenzione anche all’evoluzione del quadro politico coreano, tornato al centro dell’attenzione, e si fornisce un’analisi di ampio respiro sull’economia cinese. Inoltre, torniamo a occuparci di valutazione, con due interventi che vengono dal versante Anvur, a firma di Bonaccorsi e Checchi. Infine, si segnalano l’articolo di Marta Cartabia sulla “nuova età dei diritti” e il “profilo” di Prezzolini firmato da Alessandra Tarquini.
Una rivista di cultura e politica, qual è «il Mulino», non può che continuare a fare, come meglio riesce e come meglio crede, il proprio lavoro di analisi e di proposta. Così è anche in questo numero, che viene pubblicato, per citare il libro di Wolfgang Streeck richiamato da Michele Salvati, mentre la crisi del capitalismo democratico è solo rinviata.
A che punto siamo nel cammino sulla strada verso la normalità? Anche in questo numero abbiamo voluto individuare temi e proposte per comprendere e analizzare il complicato percorso che il nostro Paese sta compiendo.
In apertura, in questo fascicolo Michele Salvati svolge un ragionamento economico e insieme molto politico sul futuro dell’Europa a partire dal futuro dell’euro. Il suo articolo tratta della necessità di affrontare tanto il problema dell’attuale fase recessiva, quanto quello delle riforme necessarie a dare una prospettiva di sviluppo nel lungo periodo.
“Conoscere per deliberare”, intima un vecchio adagio. Questa la principale missione della nostra rivista, che si manifesta in questo numero sia nel saggio di apertura, affidato a Paolo Pombeni, sia nei quattro dedicati al presidente della Repubblica (il primo dei quali, di Enzo Cheli, scaricabile liberamente), sia in quelli inclusi nel “caso italiano”, cui vanno aggiunti il “confronto” sui laureati in Italia, l’articolo di Settis su L’Aquila e quello sul bilancio comunitario di Quadrio Curzio.
Le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità hanno messo in luce come molti dei problemi italiani vengano da lontano. È il caso della perenne questione meridionale, affrontata da Paolo Macry nel pezzo di apertura (liberamente scaricabile dal sito).