Un viaggio in Cina ha molto da insegnare, anche a chi di mestiere si occupa di banche e pagamenti. Nello Zhōngguó, ad esempio, può capitare di incontrare un mendicante che mostri un cartello con il QR code per ricevere l’offerta (a me è capitato davanti al Tempio Jing’an di Shanghai). Così come può capitare che nei piccoli mercati, come quello di Zhujiajiao (la piccola Venezia d’Oriente), dove si vendono oggetti artigianali e persino spiedini di bachi e scorpioni, alcuni negozianti rifiutino sia il contante sia l’uso delle carte non inserite nelle app dei dispositivi portatili.
Le app che consentono il pagamento in Cina sono solo quelle di Alipay e di WeChat pay, lanciate rispettivamente nel 2004 e nel 2013. L’uso delle due app è semplice. Il conto d’appoggio, però, deve essere o cinese o incardinato presso una banca estera che consenta la registrazione sulle due piattaforme. A ciò si aggiunga che la registrazione prevede l’inserimento di dati personali dettagliati.
In ragione di ciò, molti turisti, soprattutto europei e statunitensi, non utilizzano questo tipo di pagamento. La permanenza in Cina, dunque, sconta un grado di difficoltà che non si registra altrove. Difficoltà che viene accentuata dall’esiguità del numero di sportelli Atm presenti sul territorio. Ma non sono solo i turisti a incontrare difficoltà nell’effettuare i pagamenti. Anche i cinesi più anziani lamentano la complessità a cui vanno incontro nell’uso delle nuove tecnologie.
Nonostante le problematicità segnalate, però, fino a poco tempo fa la traiettoria che sembrava voler far raggiungere alla Cina la conquista del primato mondiale delle transazioni senza contante sembrava segnata. L’Agenzia di stampa Nuova Cina (Xinhua) aveva riferito che l’uso del contante era sceso al 3,7% del denaro totale in circolazione e ciò sembrava esser ragione di vanto per il governo e per la popolazione. La gentilissima guida che ha accompagnato il mio soggiorno in Cina, solo ad esempio, mi ha chiesto con malcelato orgoglio per la diversa situazione cinese: “Ma voi in Italia utilizzate ancora le carte di credito?”.
La gentilissima guida che ha accompagnato il mio soggiorno in Cina mi ha chiesto con malcelato orgoglio per la diversa situazione cinese: “Ma voi in Italia utilizzate ancora le carte di credito?”
Ultimamente, però, il governo cinese ha mostrato di voler fare marcia indietro e ciò anche al fine di incentivare il flusso di turismo dall’estero, calato in modo radicale rispetto al periodo pre-Covid. Oltre ad aver consentito ai cittadini di alcuni Paesi europei (fra cui l’Italia) e del Sud Est asiatico di poter entrare in Cina senza l’obbligo di visto se il periodo di permanenza non supera i 15 giorni, ha varato una politica volta a facilitare l’utilizzo di tutti i tipi di strumenti di pagamento, compreso il contante.
È interessante, a tal proposito, leggere i pareri del General Office of the State Council cinese, sulla facilitazione dei servizi di pagamento, del 3 gennaio 2024 (Opinions of the General Office of the State Council on Further Optimizing Payment Services to Facilitate Payments). Il documento mette in evidenza, in primo luogo, sia l’evoluzione rapidissima dell’uso dei digital wallet in Cina sia l’impatto positivo che da ciò è derivato in termini di crescita del mercato e vantaggi per singoli e imprese. Subito dopo, però, elenca i problemi che tale crescita rapida ha prodotto per gli anziani e per gli stranieri e, in ragione di ciò, propone di procedere alla diversificazione degli strumenti di pagamento attraverso varie misure.
È necessario che le amministrazioni locali si attivino per facilitare l’uso delle carte straniere, specie nei settori della ristorazione, degli alloggi, dei trasporti, dello shopping, dell’intrattenimento e delle cure mediche
Viene, a tal fine, ritenuto necessario facilitare l’uso delle carte straniere e viene chiesto alle amministrazioni locali di attivarsi affinché nei settori della ristorazione, degli alloggi, dei trasporti, del turismo, dello shopping, dell’intrattenimento e delle cure mediche queste vengano accettate. In secondo luogo, si chiede alle piattaforme di accelerare la connessione anche con le piattaforme di pagamento internazionali e di collegare le app alle carte dei circuiti internazionali. In terzo luogo, si chiede di imporre l’uso del contante nei negozi e nei settori già elencati sopra con riferimento all’uso delle carte di credito e di garantire che gli Atm consentano di prelevare contante utilizzando anche le carte straniere. Si sottolinea che l’atto di rifiutare l’accettazione del contante verrà severamente sanzionato.
Le misure imposte sembrano aver sollecitato alcune nuove prassi. In particolare, Alipay e WeChat Pay hanno aggiunto anche Visa e MasterCard ai loro collegamenti. A Shanghai, da aprile, hanno iniziato a operare 50 nuovi taxi che accettano il pagamento con le carte di credito emesse da prestatori di pagamento esteri. Purtroppo, ad agosto io non ho avuto la fortuna di incontrarli e sono stata costretta a cercare un Atm di notte. Ma la Cina è talmente bella che tornare a visitarla per vedere se le misure annunciate saranno rese operative è davvero un’ottima scusa!
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