«Allora Mandela guardò quegli uomini e quelle donne come se parlasse non a tutti, ma a ognuno. “Io conosco tutte le cose che loro ci hanno negato – disse – ma questo non è il momento di consumare meschine vendette. È il momento di costruire questa nazione”»
Storie vere o immaginarie di eroi fondatori, di capi e di popoli, di despoti e di liberatori. Dal civile Odisseo che vince il Ciclope selvaggio e mostruoso a Cristoforo Colombo che inventa i cannibali. Poi Romolo, che fa nascere Roma dal rito etrusco d’un vomere di bronzo. Seguono il mago Merlino e Giuliano l’Apostata, a mostrarci come e perché si diventi re e imperatori. Ma il potere di un capo è fatto anche di sangue, inganni, morte, come si vede dal tradimento di Flavio Giuseppe o dalle malefatte del Riccardo III di Shakespeare. E si fonda anche sulla messa in scena rituale e grandiosa, come nel caso del Re Sole, di Napoleone e di Hitler, che ai monumenti e alle pietre affidano l’ansia di sopravvivenza millenaria. Infine, in un immaginario lieto fine, la grandezza di Francesco d’Assisi, e quella di Nelson Mandela, fatta di amore per la vita e di responsabilità.
Roberto Escobar Insegna Filosofia politica nell’Università di Milano e collabora con «L’Espresso» e «Il Sole 24 Ore». Con il Mulino ha già pubblicato: «Totò. Avventure di una marionetta» (1998), «Il silenzio dei persecutori, ovvero il Coraggio di Shahrazàd» (2001), «La libertà negli occhi» (2006), «Metamorfosi della paura» (20072) e «La paura del laico» (2010).
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