Nel mondo antico l’uguaglianza è limitata dalla differenza gerarchica, fino al paradosso di Atene, culla della democrazia europea e, insieme, luogo di schiavitù. Più tardi, su tale concetto la cultura cristiano-medievale fonda l’idea di una fratellanza universale. E ancora la filosofia politica moderna costruisce lo Stato partendo dall’assioma di un’uguaglianza naturale tra gli individui, che però nella realtà si trova a fare i conti con coppie dialettiche quali cittadino-straniero, padrone-schiavo, uomo-donna. Oggi i fenomeni globali sfidano l’uguaglianza sul terreno della sua contraddittoria universalità.
Riccardo Caporali insegna Filosofia morale nell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato anche «Heroes gentium. Sapienza e politica in Vico» (1992).
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