«Una belva non può mai essere crudele come un uomo, così raffinatamente, così artisticamente crudele. La tigre addenta, sbrana, e non sa fare altro. Non le verrebbe mai in testa di inchiodare gli uomini per gli orecchi e di tenerceli tutta la notte, anche se lo potesse fare».
(F. Dostoevskij)
Due compagni di scuola si ritrovano dopo molti anni. Divenuti nel frattempo noti studiosi – l’uno di animali, l’altro di letteratura – scoprono il piacere di divagare assieme sui rispettivi interessi, per trovarvi analogie e differenze ma anche uno stesso sentire. Ne nasce un dialogo vivace, che tocca temi assai diversi ma con un comune denominatore: il confronto fra mondo animale, mondo dell’uomo e universo letterario. Vi si parla di metamorfosi e travestimenti (da Ovidio agli occhi sulle ali delle farfalle); di delfini che si chiamano per nome, dei baci delle scimmie, dei colombi e di mille personaggi romanzeschi; dei sogni di cani e gatti, ma anche di quelli di Calvino e Jack London; di tanti altri comportamenti che accomunano l’uomo agli altri animali e che trovano riflesso nella letteratura di ogni tempo.
Remo Ceserani ha insegnato Letterature comparate nell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato tra l’altro Il fantastico (1996), Il testo poetico (2005), Il testo narrativo (con A. Bernardelli, 2005), La letteratura nell’età globale (con G. Benvenuti, 2012). Danilo Mainardi è professore emerito all’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore della Scuola internazionale di Etologia del Centro E. Majorana di Erice. Tra i suoi libri: L’animale culturale (Rizzoli, 1975), L’animale irrazionale (Mondadori, 2001), Nella mente degli animali (Cairo, 2006). Collabora con «Superquark» (Rai1) e scrive sul «Corriere della Sera».
In libreria dal 7 febbraio
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