Stiamo entrando nel secondo decennio del secolo. Chi è nato attorno al giro del millennio avrà un ciclo di vita assai diverso rispetto alle generazioni precedenti, con una longevità che nella media - almeno per le donne - potrebbe largamente superare i 90 anni, e un cospicuo aumento degli anni vissuti in buona salute.
A ciò dovrà corrispondere una diversa allocazione di formazione e lavoro, non più incasellati entro rigidi confini anagrafici, ma intersecati e alternati. Una trasformazione analoga dovrà avvenire anche per il tempo dedicato alla cura dei figli e al lavoro extradomestico, attività che in Italia sono lungi dall'aver raggiunto la piena compatibilità. L'immigrazione - per ragioni demografiche ed economiche fenomeno strutturale della società italiana - dovrà essere governata da politiche lungimiranti, intese a favorire l'integrazione e l'accesso alla cittadinanza. Quando il radicamento risulti difficile, infatti, gli immigrati tendono a vivere in contesti segregati, dove trovano incubazione criminalità e conflitto. Le risposte a queste esigenze emergenti possono essere racchiuse in una formula: valorizzazione del capitale umano.
Massimo Livi Bacci è professore di Demografia nell'Università di Firenze. E' socio dell'Accademia dei Lincei e Senatore della Repubblica. Tra le sue pubblicazioni con il Mulino: "Storia minima della popolazione del mondo" (III ed. 2005), "Conquista. La distruzione degli indios americani" (2005), "Eldorado nel pantano" (2008), "Avanti giovani, alla riscossa" (2008).
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