Questo articolo fa parte dello speciale Le librerie indipendenti in Italia
«Ciao ma', sì, sì, il viaggio è andato bene... Eh, parlo piano perché sono in una libreria che ho trovato sulla strada tra la stazione e l'università, prendo un libro che mi serve e poi vado a lezione. Ciao ma', a dopo». Da Trame si può arrivare così, per caso, inciampandoci nel tragitto tipico dello studente fuorisede, oppure venire apposta, anche se uscire deve essere una fatica per la signora anziana che mi confida: «Nicoletta mi consiglia sempre libri bellissimi. A me piacciono i gialli, sa, ma non ne posso più di tutte le serie con gli ispettori, i commissari... Lei mi trova delle perle. Certe cose feroci dell’Europa del Nord che non le dico!».
Nicoletta Maldini, per gli amici «la Nico», è, in tutta la sua svettante altezza, l'anima di questa piccola libreria che ha aperto nel dicembre 2005 insieme ad altre due socie in una via del centro di Bologna defilata ma comunque di passaggio.
«L'abbiamo chiamata Trame nel senso di plot, ma anche perché la mia famiglia ha sempre gestito un negozio di abbigliamento, che peraltro ci ha ospitate mentre eravamo in attesa che i locali attuali si liberassero, e questo collegamento tra libri e stoffe ci è sembrato perfetto. Facemmo una piccola cooperativa; con una delle due socie, Orsola Mattioli, eravamo già amiche e avevamo in mente da tempo un progetto così, Anna Vezzoli invece la conobbi dopo. A febbraio del 2005 mi avevano licenziata dalla libreria dove lavoravo perché chiudeva il punto vendita – ed era la terza volta in quindici anni che perdevo il lavoro in libreria per lo stesso motivo. Avevo voglia di una cosa mia».
Per partire sono stati sufficienti una modesta quota personale e il passaparola tra amici e vecchi clienti, insieme a un po' di pubblicità nella locale Radio Città del Capo. Poi però, nel giro di poco, sono emersi due fatti congiunturali che certo non hanno aiutato la neonata libreria: la diffusione rapidissima e pervasiva di Amazon e la crisi del 2008. «Li abbiamo aggirati grazie a un grosso prestito in banca e a un bando comunale che abbiamo vinto per rifornire le biblioteche di Bologna, a cui peraltro mi resta il dubbio avessimo partecipato solo noi!», dice la Nico con il suo sorriso contagioso.
Nel frattempo le altre due socie restano nella cooperativa ma lavorano altrove, la Nico ridimensiona le aspettative – «si ragiona nella propria piccolezza, che è anche bella, non è solo un limite» – eppure continua a portare avanti un programma fittissimo di incontri e di scambi.
«Nel 2019 abbiamo battuto ogni record, abbiamo organizzato oltre 140 presentazioni in libreria e 80 in esterno. Poi abbiamo sempre dato i libri in conto vendita ad associazioni culturali o durante festival e manifestazioni. Ma anche avviato tante collaborazioni tra colleghi, di librerie sia indipendenti sia di catena: con Raffaella della Ubik Irnerio, con Cesare della Pavoniana, con Barbara della Libreria Coop Zanichelli , con Raffaele e Luca di Igor, con i ragazzi di Modo Infoshop o della Confraternita dell'uva. Per esempio, quando la libreria Ibs si trasferì da via Rizzoli a piazza dei Martiri, e restò chiusa per un periodo, ereditai senza meriti un percorso di incontri dedicati alla poesia, ideato dal poeta Sergio Rotino: sarebbe stato un peccato annullarlo, no?».
Quando fai un servizio per le persone, la prima cosa è sopperire alle tue mancanze, dare i libri a chi li chiede. Se indirizzo verso un'altra libreria, perdo una vendita, ma acquisto un cliente
Lo scambio è un fattore decisivo nelle politiche di Trame: «Quando fai un servizio per le persone, la prima cosa è sopperire alle tue mancanze, dare i libri a chi li chiede. Se indirizzo verso un'altra libreria, perdo una vendita, ma acquisto un cliente, e della credibilità». «E magari si sottrae un cliente all'online?», azzardo. «Le librerie online sono così invadenti, e quella mentalità è talmente entrata nel quotidiano nelle persone – il fatto di voler avere immediatamente un oggetto, intendo –, che combatterle è difficilissimo. Preferisco pensare con lucidità che io non posso arrivare dappertutto, e che dove non arrivo io magari può arrivare un'altra libreria: di turismo per esempio non mi sono mai occupata, perché avevo qui vicino la libreria Accursio, che adesso ha chiuso, ma che è stata un riferimento importante nel settore».
Ispirata dalla convinzione che «tutto ciò che si fa in città ha una ricaduta per tutti, e io stessa sono felice di godermi una Bologna dove si fa attivamente cultura», Nicoletta ha continuato a programmare incontri «sino al primo sabato di marzo 2020 [il giorno prima del Dpcm che avrebbe avviato il lockdown, N.d.R.]». Poi, come tutti, ha dovuto fermarsi, sospendere i tanti appuntamenti già organizzati e chiudere il negozio. «Ci siamo subito confrontati nell'Ali, l'Associazione librai italiani, in particolare con Paolo Ambrosini, e ci siamo messi a ragionare sul fatto che avevamo tanti libri che erano stati ordinati e giacevano in negozio. Non potevamo non portarli a destinazione! E così mi sono attivata e ho iniziato con le consegne a domicilio; per la metà circa a studentesse e studenti universitari rimasti bloccati a Bologna, lontani dalle famiglie, magari in case mezze svuotate... almeno leggevano e studiavano per gli esami!». E poi clienti abituali che compravano per sé ma anche nuovi clienti che facevano regali: per un compleanno o un anniversario ai figli, al marito, o ad amici e parenti che non potevano vedere. Far recapitare un libro era un modo per restare in contatto, per far sentire la propria vicinanza in un momento in cui distanziamento e segregazione erano le parole d'ordine. «Ho avuto anche la fortuna – prosegue la Nico – che mi cercasse Roberto Mantovani, il taxista di Bologna5, per offrirmi la sua disponibilità gratuitamente, soprattutto per coprire la periferia o i comuni limitrofi, dove avrei fatto fatica ad arrivare in bicicletta. E così abbiamo fatto tantissime consegne». Torniamo sempre lì, all'idea di libreria di servizio.
«La prima settimana di lockdown ho pensato che Trame avrebbe chiuso, che a una pandemia non avremmo proprio potuto resistere. Terrore puro al pensiero di quindici anni buttati via. Poi invece mi sono resa conto che la comunità c'era, ed era vivace e desiderante. Le persone avevano voglia di storie». Accanto, iniziative nazionali preziose come Bookdealer, una piattaforma di e-commerce in cui è possibile rintracciare la libreria indipendente più vicina e ordinare un libro che poi sarà recapitato a domicilio, e il cospicuo finanziamento del ministero della Cultura alle biblioteche pubbliche, che ha avuto una ricaduta importante sulle librerie, specie a Bologna, dove le biblioteche sono diffuse e funzionano.
Paradossalmente, le ultime chiusure a Bologna riguardano due librerie di catena: il Mondadori bookstore di via D’Azeglio, a febbraio, e, pochi giorni fa, la Feltrinelli di via dei Mille, erede di quella storica edicola-libreria, La sveglia, un tempo riferimento per i biassanot [i «tiratardi» bolognesi] con la passione della lettura, essendo aperta tutta la notte. Trame nel 2020 è arrivata a quel pareggio di bilancio che inseguiva senza successo sin dalla fondazione: inaspettatamente, la libreria ha raggiunto una stabilità mai avuta prima. E ora, come prosegue?
Non è un lavoro che si fa per arricchirsi, e forse è per questo che le librerie indipendenti cercano di resistere mentre i punti vendita delle catene sono talvolta in difficoltà
«Da Trame esce il mio stipendio, per ora part-time, e un rimborso annuale per le mie socie, inoltre ospitiamo percorsi di stage universitari e borse-lavoro supportate da enti pubblici. Non è un lavoro che si fa per arricchirsi, e forse è per questo che le librerie indipendenti cercano di resistere mentre i punti vendita delle catene sono talvolta in difficoltà. Però i lettori forti a Bologna ci sono, perché dove esistono le biblioteche esistono i lettori. Pensiamo a un progetto nazionale che qui in città funziona benissimo, Nati per leggere, che forma il lettore sin dall'infanzia... Oppure alla ricerca raffinatissima avviata da Simona Brighetti con il Patto per la lettura, promosso con Biblioteca Salaborsa, che ha portato a Bologna nomi importanti della letteratura mondiale».
«Tu fai la libraia perché sei innamorata della lettura, mi pare...». La Nico non ha grosse incertezze: «Sì, io faccio questo mestiere perché mi piace leggere. Sono una lettrice bulimica, poco snob, più che onnivora... mi definirei una fogna! Dalla narrativa alla letteratura per ragazzi, dalla poesia al cinema ai fumetti. E mi piace confrontarmi, perché il confronto è nutriente. Una domanda tipica che mi fanno i bambini quando entrano da Trame e vedono le pareti coperte di libri – abbiamo circa 7/8.000 titoli esposti – è se li ho letti tutti. E a me piace rispondere che naturalmente no, me ne mancano tanti, anche se ne ho letti molti, però ho degli indizi anche su ciò che non ho letto – dalle schede editoriali dei rappresentanti ma soprattutto dalle chiacchiere con chi frequenta la libreria – e quindi posso consigliare. E poi chi segue il mio consiglio e sbaglia, può sempre incolpare la libraia! Anche se l’errore più bello resta regalare un libro che chi riceve ha già, perché vuol dire che ne hai proprio indovinato i gusti…».
Il rapporto con il suo pubblico è intenso, appagante e insieme faticoso: «In qualche modo siamo dei confessori. La lettura è un’azione intima e le persone che entrano qui lo fanno con tanti stati d’animo diversi e con richieste ovviamente disparate. Il bello di trovarsi davanti a una libraia in carne e ossa è proprio la possibilità di affidarsi, di cercare insieme ciò che si ha voglia di leggere o ciò che potrebbe essere indicato da regalare a un’altra persona. E così mi trovo a raccogliere confidenze, passioni, dolori altrui. Una grande responsabilità, specie in anni come questi».
La Nico non si è fatta contagiare da Instagram e non fa incontri online perché, dice, è analogica; usa Facebook quanto basta a essere seguita da chi è interessato agli aggiornamenti su Trame; non è tentata da sinergie gastroculturali con i vari locali che popolano la via perché «non mi resterebbe più tempo libero se andassi a fare incontri la sera davanti a un bicchiere di vino. E invece io voglio avere il tempo per andare ai concerti o al cinema. È così che nutro la mia anima di libraia».
«Stasera, dopo la chiusura, la libraia andrà in piazza e Peter Lorre campeggerà sul grandissimo schermo, attore meraviglioso che con la sua follia e fragilità in questo film ci parla da quasi cento anni con una forza ancora sconvolgente» [post su Facebook, pagina di Trame, 22 giugno 2022]
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