Questo articolo fa parte dello speciale Le librerie indipendenti in Italia
Della vocazione intellettuale di un popolo di montagna che ama la lettura come quello valdostano sono espressione, tra l’altro, le non poche librerie sparse in città, che spesso attirano l’attenzione dei passanti nelle vie storiche, con le loro vetrine fitte di libri scritti in diverse lingue. Emergono così le molteplici sfaccettature culturali di Aosta capoluogo di frontiera, dal mix storico-linguistico alla base del suo particolarismo regionale alla dimensione letteraria, religiosa, politico-sociale.
La libreria Aubert, sita nella via omonima, sorge sul finire degli anni Sessanta, proprio mentre in tutta Europa si andava diffondendo la contestazione giovanile con il suo carico intellettuale e politico. Bruno Turci, all'epoca, era titolare di un piccolo negozio di barbiere, non distante dall'attuale posizione della libreria e, al di là della sua attività commerciale, aveva manifestato una spiccata sensibilità sociale, tanto da andare a ricoprire anche alcuni incarichi di carattere istituzionale, come quello di assessore alla Cultura del comune di Aosta. Aprì così una nuova attività.
Qualche anno dopo dovette lasciare Aosta per motivi famigliari, cedendo il negozio di libri ai coniugi Franco e Grazia Vai – che erano già proprietari del ristorante locale Cavallo Bianco (allora “stellato” Michelin) –, ai quali si deve l'ingrandimento della struttura che venne così trasformata in una vera e propria libreria. Ma ad animare il locale fu soprattutto il successivo arrivo di Ferruccio Spuldaro, che sarebbe rimasto nell’immaginario cittadino come il libraio “storico” dell'Aubert (nella seconda metà degli anni Ottanta si segnalano i riconoscimenti ottenuti per l’esposizione libraria del negozio nell’ambito del “Concorso delle vetrine per il Natale aostano”).
Appassionato in particolare di montagna, oltre che di lettura, Spuldaro negli anni sarebbe riuscito a far affezionare gli aostani alla libreria imprimendole una forte identità culturale, mentre continuava parallelamente a coltivare la propria passione per i lunghi viaggi a piedi (come il cammino di Santiago). Venne affiancato da un giovane, Luciano Pollicini, al quale avrebbe successivamente passato il testimone di libraio; quest’ultimo, una volta divenuto titolare, si sarebbe associato a sua volta nell’impresa con Piero Valleise e Pierluigi Vuillermin.
Fu proprio Pollicini a far figurare la Aubert tra le librerie protagoniste della Festa del libro di Aosta (una settimana organizzata con gli editori a livello nazionale), rilasciando un’intervista al “Corriere della Valle D’Aosta” il 17 marzo del 1994 – a pochi giorni dalle elezioni che di fatto determineranno in Italia l’inizio della Seconda Repubblica –, dove provava a fotografare lo spirito del momento, offrendo una sua spiegazione all’allora gusto prevalente dei lettori per la narrativa a discapito della saggistica: “È un periodo particolare per tutti, anche qui in Valle d’Aosta […] la gente, di fronte alle incertezze e al cambiamento che si annuncia, preferisce concedersi almeno nella lettura qualcosa di rilassante che le consenta di veleggiare con la fantasia”.
Agli inizi degli anni Duemila, tra le diverse iniziative culturali intraprese dall’Aubert, si segnala la collaborazione con il periodico “Le Travail - Il Lavoro” nella pubblicazione di una classifica dei libri più venduti in Valle d’Aosta, nelle sezioni “narrativa” e “saggistica”, andando a riprendere una tradizione sviluppata ancora negli anni Settanta su “Il Monitore Valdostano” (allora la rubrica si intitolava I libri più venduti della settimana). Tra le presentazioni organizzate dalla libreria in quegli anni, si segnala ad esempio quella del 3 dicembre 2012 del volume Un uomo onesto sulla figura dell’imprenditore Ambrogio Mauri, scritto da Monica Zappelli, già sceneggiatrice del film dedicato a Peppino Impastato.
La nostra missione è mantenere questo standard nel marasma editoriale dei giorni nostri. Essere punto di riferimento e luogo di conversazione per chi cerca nel libro qualità e bellezza
Nel 2018 la libreria è stata rilevata dall’attuale proprietario, Stefano Tringali, insieme alla sorella Erika, a cui si sono poi aggiunti come soci Gilles Buillet, Antonella Gallizioli e Barbara Rolando. Tringali sottolinea oggi la continuità culturale della libreria Aubert, che a suo avviso si è sempre distinta per la scelta e la cura del suo catalogo, fortemente indirizzato verso la saggistica storica e scientifica e con la predilezione di editori nazionali, in particolare Adelphi (di cui Aubert è libreria di riferimento per Aosta da diversi anni), Einaudi e Laterza. “La nostra missione – sottolinea Tringali – è mantenere questo standard nel marasma editoriale dei giorni nostri. Essere punto di riferimento e luogo di conversazione per chi cerca nel libro qualità e bellezza. Abbiamo deciso di continuare la tradizione della libreria nel proporre saggistica e narrativa di altissima qualità, eliminando tutta una serie di filoni e di editori chem pur avendo un buon riscontro di mercato, non appartengono alla nostra sensibilità”.
Certamente, con l’evoluzione del mondo editoriale in senso tecnologico e di quello della commercializzazione con la diffusione degli store su Internet, le condizioni di lavoro delle piccole realtà librarie indipendenti, come la aostana Aubert, sono inevitabilmente cambiate. Tringali, a tal proposito, osserva che “le librerie hanno vissuto anni gloriosi in passato, quando ancora erano poche e soprattutto le uniche titolate a vendere libri. Con l'avvento nel mercato della grande distribuzione e, più recentemente, con il mercato online, questo monopolio è venuto meno”. Una trasformazione che ha prodotto inevitabilmente sensibili ricadute sul piano economico, sottolineate dal titolare di Aubert: “Oggi ci troviamo a combattere contro colossi che economicamente ci sovrastano, con margini di guadagno sempre più risicati e soprattutto con editori che hanno smesso di fare il loro mestiere pubblicando e sommergendo il mercato con quantità assurde di novità senza la minima qualità”.
I responsabili della storica libreria organizzano iniziative a latere, come un festival, in collaborazione con un'altra libreria della città, durante il quale si mettono abitualmente a confronto vari autori
Nonostante le difficoltà del presente, i responsabili della storica libreria aostana non hanno comunque rinunciato a declinare la sua tradizionale attitudine di promotore culturale, organizzando iniziative a latere, come un festival, in collaborazione con un'altra libreria della città, durante il quale si mettono abitualmente a confronto vari autori. Pure le tradizionali presentazioni di singole opere letterarie vengono talvolta ricomprese nelle attività aperte al pubblico, “anche se personalmente non sono un gran sostenitore di tali eventi – conclude Tringali. Inoltre abbiamo recentemente contribuito alla creazione di un volume di racconti di autori locali e leggiamo (quando abbiamo il tempo) i vari manoscritti che ci vengono recapitati”.
Nella home page del sito della libreria Aubert si legge, tra l’altro: “Veronelli, Enzo Biagi, Cecchi Paone sono tutti passati di qui. Da ultimo Antonio Manzini, che a questa libreria ha dedicato due deliziosi piccoli cameo nel suo romanzo La costola di Adamo e in un racconto di Turisti in giallo”. E La costola di Adamo è il secondo romanzo della serie dedicata al vicequestore Rocco Schiavone, poi divenuta la trama dell’omonima serie tv interpretata da Marco Giallini, che ormai da anni sta diffondendo sui teleschermi di tutta Italia un vivido immaginario cittadino di Aosta – pure dalle tinte noir – tra montagne, vie affollate, edifici storici e, appunto, le librerie, con vivaci vetrine ricolme di volumi attraverso le quali si intravedono persone intente a scegliere il prossimo oggetto delle proprie letture.
Riproduzione riservata