Questo articolo fa parte dello speciale Le librerie indipendenti in Italia
«Quel nome gliel’abbiamo dato fin da subito, anche quando era quel guscio di noce in via dell’Ospizio: 12 mq compreso il gabinetto e riuscivamo a tenerla aperta soltanto il giovedì e il venerdì per due ore e il sabato tutto il giorno. Perché con mio marito, entrambi forti lettori, ci divertivamo ad andare a caccia per mercatini dell’usato e almeno una volta all’anno andiamo a Parigi, dove i Lungosenna, fitti di bancarelle di libri di seconda mano, sono ancora il paradiso dei bibliofili».
Elena Zucconi e Sergio Salabelle (fratello di quello scrittore di culto che è stato Maurizio Salabelle) di lavoro principale facevano tutt’altro – bancario con una grande passione per il cinema lui, impiegata in uno studio medico lei – ma coltivavano da sempre un sogno-desiderio: avere una libreria tutta loro. Finalmente, nel dicembre 2011, decidono di buttarsi e aprono nel bugigattolo di via dell’Ospizio, a Pistoia: qualche decina di titoli sull’unico scaffale e un piccolissimo catalogo dell’usato; apertura di appena due ore nel tardo pomeriggio del giovedì e del venerdì e il sabato tutto il giorno.
Ma già l’anno dopo meditano di «allargarsi» (le virgolette sono d’obbligo come si capirà più avanti) e nel giugno 2013 si trasferiscono in affitto in un piccolo fondo in via dei Cancellieri, sempre nel centro storico pistoiese, che aveva ospitato una onlus e prima ancora un negozio di parrucchiere: 60-70 mq.
Doppio catalogo: per il settore dell’usato e per il settore novità. Il primo, consultabile sul sito e nettamente prevalente come quantità di titoli disponibili, comprende anche un «tesoretto» di appetitose prime edizioni (tenute sotto chiave!): una copia in lingua originale autografata di Oblivion di David Foster Wallace; un esemplare di Cronistoria di Giorgio Caproni edizioni Vallecchi 1943; un Nuvolario-Principi di nubignosia di Fosco Maraini; un Ottavio di Tommaso Landolfi...
Aprono nel bugigattolo di via dell’Ospizio a Pistoia nel dicembre 2011: qualche decina di titoli sull’unico scaffale e un piccolissimo catalogo dell’usato; apertura due ore nel tardo pomeriggio del giovedì e del venerdì e il sabato tutto il giorno
Per il reparto novità scelte rigorose e non «modaiole», basate sul contatto diretto con piccoli e a volte piccolissimi editori indipendenti; rifornimento schivando le tagliole della grande distribuzione ma tenendo d’occhio e monitorando i mercatini, l’online e intercettando privati che vogliono vendere o donare biblioteche di famiglia di cui non sanno che farsene.
«Per qualche tempo abbiamo lavorato in sinergia con "Librolandia", un’altra libreria pistoiese che ora ha chiuso: loro tenevano le novità, noi ospitavamo le presentazioni. Ma sempre puntando su scrittori che amavamo – racconta Elena. Tra i primi incontri ricordo quello con Lietta Manganelli, la figlia di Giorgio: ci fece proprio un bel regalo venendo da noi. Poi ci ha sempre dato una mano Paolo Albani. Abbiamo ospitato Helena Janeczek prima che vincesse lo Strega. Sandro Veronesi ci ha ordinato dei libri per il figlio che abita a Londra. Piano piano ci siamo fatti conoscere attraverso il tam-tam dei frequentatori: eravamo una piccola libreria di cui si parlava in giro, più fuori Pistoia che qui in città. Comunque non ci sono mai stati ritorni economici».
Nel maggio di tre anni fa Sergio muore a 49 anni, ma Elena è una libraia «resistente» e coraggiosa e decide di continuare facendo i salti mortali per tenere aperta la libreria almeno per qualche ora la sera e di più nei fine settimana. Da poco più di un anno può contare sulla collaborazione di due amici pistoiesi: Paolo e Silvia Beneforti, entrambi artisti, che garantiscono almeno quattro ore di apertura giornaliera dal martedì al sabato.
Il lettore si chiederà come mai un’altra «cartolina» da Pistoia (dopo quella sullo «Spazio») e per di più riguardante un settore come quello librario così demodé e in sofferenza su tutto il territorio nazionale. È presto detto: perché Pistoia – che vanta il più antico (1117) Statuto comunale italiano e che fin dal Duecento è assurta a simbolo delle fazioni (fu qui, prima che a Firenze, che i guelfi si divisero in bianchi e neri) –, con una popolazione di poco più di 90 mila abitanti, vanta oggi almeno sei librerie cosiddette indipendenti in attività (ma sarebbe più appropriato definirle: resistenti) le quali contendono il campo a due facenti capo a grandi editori nazionali e ad almeno un altro paio di negozi che propongono una non indecorosa offerta libraria.
Un primato che in Toscana forse soltanto il capoluogo regionale è in grado di insidiare. L’«aspra città dei crucci» (D’Annunzio), questa «stella solitaria caduta sulla terra» (Bigongiari) lancia un segnale incoraggiante al popolo dei libri e agli amanti della lettura.
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