A Mauthausen, una piccola località austriaca sul Danubio a pochi chilometri da Linz, nel 1938, subito dopo l'annessione dell'Austria alla Germania, fu istituito un lager per oppositori al regime nazista. Il luogo fu scelto con l'obiettivo di sfruttare, mediante il lavoro forzato degli internati, alcune vaste cave di granito. Dall'8 agosto 1938 al 5 maggio 1945 negli oltre sei anni di attività del campo passarono per Mauthausen e i sottocampi a esso collegati 200 mila deportati; di questi circa 120 mila, il sessanta per cento, vi trovarono la morte. Seguire la storia di questo lager equivale a ripercorrere la parabola del terribile apparato concentrazionario messo in opera dai nazisti: luogo di oppressione, sfruttamento ed eliminazione, Mauthausen fu il calvario di antifascisti, partigiani, ebrei, prigionieri di guerra catturati ai quattro angoli dell'Europa. Il libro racconta l'intera vicenda di Mauthausen, come e perché fu costruito, chi vi fu rinchiuso, come si viveva e come si moriva: una narrazione impressionante ma asciutta, che riporta davanti agli occhi del lettore una realtà storica mai abbastanza conosciuta.
Giuseppe Mayda, giornalista e storico, è autore di numerose opere tra le quali ricordiamo Ebrei sotto Salò (Feltrinelli, 1978), Graziani l'africano (La Nuova Italia, 1992), Storia della deportazione dall'Italia 1943-1945 (Bollati Boringhieri, 2002). Con il Mulino ha pubblicato Il pugnale di Mussolini. Storia di Amerigo Dùmini, sicario di Matteotti (2004).
Mauthausen, Collana "Biblioteca storica", Il Mulino, 2008, pp. 208
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